mercoledì 8 giugno 2022

Dall'Italia alla Spagna: le origini di una scelta!

 Essere Italiani e vivere in Spagna...

 

·      Com’è vivere in Spagna?

o   Come italiano che vive in Spagna, cosa sento per l’Italia?

§  Meglio la Spagna o l’Italia?

·      Com’è la comunità italiana in Spagna? 



 


Domande, fra le tante, che legittimamente ci poniamo, quando si pensa ad un trasferimento o si vuole redarre il bilancio di quello già fatto!

 

Quali potrebbero essere le risposte?

 

Ad esempio:

    “È bello viverci e anche se il mio cuore resterà sempre in Italia, dove ho vissuto per 50 anni, non rimpiango la scelta fatta.

    Secondo me, in Spagna si riesce a vivere più rilassati che in Italia, anche se occorre adattarsi all’ambiente e non sempre siamo visti di buon occhio dagli spagnoli.

    Fra gli italiani in Spagna ci sono persone sicuramente da conoscere e con cui fare amicizia, ma non con tutti vorrei davvero passare del tempo e da molti è bene starne lontani.”

 

E così potrei già avere finito questo nono articolo del blog, dandogli un’impronta telegrafica e lasciando un clima d'incertezza, con la strada aperta a molte altre domande...

 

…però sono sempre qui, armato della speranza che questi “sforzi epistolari” siano letti e possano essere di aiuto a qualcuno che vuole trasferirsi, che lo abbia già fatto o che anche solo lo stia valutando, quindi non posso limitarmi ad una descrizione così schematica!


    Cosa ci motiva a cambiare paese? Le origini di una scelta!


Innanzitutto, bisognerebbe analizzare le motivazioni che spingono una persona a lasciare la sua nazione d’origine per andare a vivere in un’altra, ma queste sono essenzialmente cose personali e che altri non possono conoscere a priori: posso provare a illustrare le mie, ma possono benissimo essere ragioni che avrebbero convinto altri a restare in Italia invece che ad andarsene, soprattutto perché non ci sono SOLO le motivazioni, ma anche le valutazioni che ciascuno fa delle stesse!

 

Personalmente partirei, visto che ormai sono in Spagna da quasi 7 anni, dall’ormai “lontano” Settembre 2015, chiedendomi come sia nata questa idea e se mi pento o no della scelta fatta!

 

In Italia il lavoro ce l’avevamo e non andava nemmeno male: vivevamo in Follonica, una piccola città della Toscana, in provincia di Grosseto, in riva al mare nell’omonimo Golfo di Follonica, in una casa a ca. 80 metri dalla spiaggia; eravamo titolari di un’agenzia immobiliare (“Agenzia Immobiliare 2C di Nobili Carlo”, ormai chiusa da anni, ma ancora reperibile nelle ricerche su Google) e la nostra attività si svolgeva in un locale di nostra proprietà, quindi non eravamo nemmeno tartassati dalle spese di affitto.


Quindi, riassumendo: avevamo il lavoro ed avevamo casa vicino al mare. La mancanza di lavoro o del mare NON ci hanno spinto a cambiare!

 

Ci occupavamo principalmente di compravendite, affitti estivi ed amministrazione condomini, con la particolarità che nel 2003 (anno dal quale siamo rimasti soli io e mia moglie, dopo la liquidazione del socio che avevamo avuto in precedenza per qualche anno, epoca in cui, con colmo di originalità, ci chiamavamo “2C Immobiliare SRL”) si trattava quasi esclusivamente di affitti estivi (con clienti principalmente proveniente dalle provincia interne della Toscana -Firenze, Arezzo, Siena), mentre con il passare degli anni si è notato un calo mostruoso degli stessi, sia in senso assoluto che di durata del periodo medio del soggiorno, passando da 1 mese / 2 settimane a 1 settimana o alcuni giorni, preferibilmente nel fine settimana (evoluzione del turismo di zona in 13 anni: un cambio assoluto nei costumi!)


Fa quasi impressione il pensare che ancora nel 2003 ci fosse molta gente che fissava la casa al mare per 2 o 3 mesi e proprietari che si rifiutavano categoricamente di affittare per periodi inferiori ad 1 mese, mentre già nel 2015 era difficile trovare soggiorni più lunghi di 2 settimane ed i proprietari accettavano senza problemi quelli di una settimana, anche se non li gradivano di durata inferiore!


Nello stesso periodo, limitandosi alla nostra diretta esperienza in Follonica, i clienti esteri erano veramente pochissimi: qualche tedesco o svizzero, niente di più!

 

In quegli anni, però, siamo però stati in espansione per quanto riguardava le amministrazioni condominiali, passando dal primo condominio acquisito nel 2003 a 30 nel 2012 e, successivamente, mantenendosi su tale livello, con un limitato avvicendamento.

 

Nella "ridente cittadina", in cui c’era sempre stata una guerra abbastanza spietata fra le agenzie immobiliari per avere appartamenti in gestione e/o in vendita, si era nel frattempo scatenata anche la guerra dei prezzi per le amministrazioni condominiali, con preventivi sempre più stracciati offerti dai molti che entravano nuovi nel mercato e seguiti da altri che già c’erano per tentare di mantenere le posizioni, mentre a livello di responsabilità, adempimenti vari (fiscali, di sicurezza, sicurezza sul lavoro, privacy etc.), necessità e richieste da parte dei condomini, si registrava un aumento progressivo e talvolta schiacciante.

 

D’altra parte, in una città di 22000 abitanti con ca. 10000 seconde case, molte delle quali venivano affittate in estate, con le industrie della zona sempre più in crisi, dovrebbe essere abbastanza logico pensare che se volevi viverci, le possibilità di scelta sulle attività da fare erano abbastanza limitate... però dovrebbe essere anche abbastanza chiaro che la "guerra dei prezzi" in un libero mercato, anche se inizialmente giova a qualcuno (agli utenti, che risparmiano), a lungo andare non giova a nessuno!

Non mi metto a spiegare i motivi, ma non credo ci voglia un genio per capirlo! Facciamo conto che si tratti di un lavoro dipendente: quanti sono disposti a continuare se ogni mese ti aumentano l'orario e ti riducono lo stipendio, assegnandoti sempre più mansioni di responsabilità di cui dovrai rispondere civilmente e penalmente in caso di problemi?

 

Sulla zona, c’è da dire che che moltissimi appartamenti sono proprietà di persone che vivono da altre parti, quindi, l’amministratore di condominio, spesso, "ai vecchi tempi", veniva ad essere un qualcosa di più del solo “rappresentante legale del condominio”, ma si instaurava un legame di fiducia con le persone che ti trattavano più come un amico in zona che come una figura necesaria per i soli adempimenti di legge.


Comunque sia, calo affitti, ma aumento di condomini: si riusciva a ricavarci “uno stipendio decoroso”, con il quale vivere senza problemi.

 

C’era, però, sempre un senso di incompletezza e ad un certo punto, è risultato evidente che sarebbe stata necessaria una modifica sostanziale nel nostro sistema di gestione aziendale, un qualcosa tipo un cambio radicale nella gestione di quel che avevamo, abbinato con una spinta all’espansione: si stava profilando all’orizzonte il terrificante “espandersi o sparire”!


Proprio in questo periodo, in famiglia abbiamo iniziato a pensare a come sarebbe stato andare a vivere in un altra nazione ed a quale potesse essere… e, dopo una precedente esperienza vacanziera risalente al 2011, abbiamo deciso di fare un secondo viaggio a Tenerife nel 2014.

 

In conseguenza di questi pensieri, non abbiamo mai approfondito la trasformazione necessaria per rimanere in attività a Follonica, ma siamo arrivati a fine 2014 in cui abbiamo deciso di partire per Tenerife (finito l'anno scolastico) ed all’estate 2015 in cui siamo davvero partiti.

Questi mesi sono stati i più difficili, perché abbiamo dovuto affrontare scelte impopolari e sicuramente deleterie per la nostra attività, evitando di impegnarci in nuove acquisizioni in più di un'occasione e, oltre un certo limite, dovendo pure fornire le motivazioni (...il prossimo trasferimento): in pratica, stavamo imponendoci un blocco all'espansione, senza poter lasciare tutto da un giorno all'altro, ci stavamo facendo danni da soli!

 

Curioso è stato l’atteggiamento dei primi condomini (“i clienti”, in questo caso) che hanno saputo della nostra prossima partenza: subito a pensare che si scappasse con “i loro soldi”, anche se in prima fila c’erano proprio quelli sempre in ritardo con il pagamento delle quote ed il relativo conto corrente condominiale avesse un saldo prossimo allo zero assoluto!

Ad onor del vero, va detto che in Follonica già c'erano stati alcuni casi di sparizioni di amministratori con relative casse condominiali e che i biechi sospetti avrebbero anche potuto essere stati legittimi, se presentati in un certo modo, però che proprio chi ha sempre, per anni, fatto problemi per pagare, crei la "fazione condominiale" per fare la guerra "al bastardo amministratore che ci lascia soli", fomenti il clima "rivoluzionario" per cui "si deve smettere di pagare per evitare che quello ci rubi i nostri soldi" e che per di più altri che ce l'hanno sempre avuta a morte con lui lo seguano nelle sue evoluzioni mentali, mi è sempre risultato curioso!

 

Comunque, passato il primo periodo di agitazione, siamo riusciti a fare le dovute assemblee con la chiusura dei bilanci (praticamente, 9 mesi ci sono voluti!), i passaggi di consegne con gli amministratori subentranti, chiuso i conti aperti e siamo partiti per Tenerife, senza nessuna finanziamento illecito condominiale (dicesi senza aver ladrato niente).


In effetti, dopo anni, anche con quelli che erano stati anche "personaggi un pò particolari" in seno ad alcuni condomini durante il periodo di attività, siamo addirittura diventati "amici" e ci scambiamo notizie o parliamo con piacere sia sui Social che personalmente, se ci incontriamo.

C'è addirittura chi ha fatto coincidere l'occasione di una vacanza lontano dall'Italia con un'occasione per incontrarci e trascorrere delle piacevoli ore insieme: cosa assolutamente inattesa, ma assolutamente gradita. Anche qui, utilizzando un detto delle mie parti, c'è da dire "...vai a giudicá la vacca a giace"!;-)


Presa la decisione, chiuso tutto, partiti e arrivati... e ora?

 

Non sto a ripetere le esperienze di viaggio, arrivo etc., perché già ne parlo diffusamente in un altro articolo di questo blog, però, visto che eravamo andati in un’altra parte di mondo, abbiamo deciso di dedicarci (subito!!!) ad un’attività differente da quella sempre fatta… e questa non è stata una buona scelta (in particolare l’averlo voluto fare subito!!!), in quanto abbiamo, si, accumulato esperienza, ma anche fregature e perso troppo finanziariamente.

 

Successivamente, ci siamo resi conto di quanto sarebbe stato produttivo prendersi “l’anno sabbatico” (cosa che, nostri amici conosciuti in seguito, hanno avuto il coraggio, BEATI LORO, di prendere) e valutare cosa e come fare, invece di buttarsi a fare qualcosa senza previa attenta valutazione… ma ormai l’avevamo fatta!

 

Il problema ancora più grosso?

Non essere riusciti a limitare i danni sganciandosi in modo veloce e decoroso, ed essere stati per un lungo periodo in balia di altre persone di dubbia affidabilità, senza mai aver avuto la forza o la capacità d’imporre una linea “personalizzata” a quel che stavamo facendo (la gestione di un locale), ritrovandosi alla deriva in un paese lontano “da casa”, con figli piccoli e voler continuare a tenere i piedi in due staffe (Italia e Spagna): a quell’epoca, vivevamo a Tenerife, ma “casa” era ancora “l’Italia”.

 

Successivamente ci siamo “sganciati” dalle attività “zavorra” e rientrati nel vecchio settore: è chiaro che fra Italia e Spagna ci sono differenze che a volte appaiono incomprensibili, però, vivendo in un posto, ci si deve adattare a norme e costumi di quel posto e non si può pretendere che il posto si adatti a noi.

L’impronta personalizzata alla tua attività devi dargliela, però devi anche essere cosciente e rispettare dove operi!

 

Una cosa mi sono dimenticato fino ad ora: la composizione familiare alla partenza dall’Italia ed il tipo di viaggio!

Padre (io – 50 anni), madre (48 anni), 3 figli (7, 9 e 13 anni), oltre ad un cane di 3 anni e mezzo: madre e le due figlie partite in aereo con la nonna come supporter provvisorio ed io con figlio e cane al seguito, in auto e via mare.

Anche se pochissimo tempo dopo la partenza abbiamo avuto un incidente in auto causato da un mio colpo di sonno (impatto "tangenziale" con il "guard rail" con danni ad entrambe le portiere laterali destre), devo dire che quel viaggio che da Follonica mi ha portato a Tenerife attraversando Francia e Spagna e con uno sportello posteriore legato per evitare che si aprisse causa la rottura della maniglia, la macchina ed il portabagagli stipati di bagagli, accompagnato da mio figlio di 13 anni e dal cane, è stato uno dei più belli che abbia mai fatto: ancora oggi, ne parliamo con piacere e ci ricordiamo praticamente ogni passo che abbiamo fatto. (Una tappa in Francia, una a Valencia, una a Jerez de la Frontera, 3 notti in nave... l'arrivo a Santa Cruz de Tenerife, la magia del rincontrarsi con il resto della famiglia partita 2 mesi prima...)

 

Successivamente, dopo quasi 4 anni trascorsi a Tenerife (Palm Mar, nel sud, vicino al più conosciuto Los Cristianos) a fine Giugno 2019, abbiamo lasciato Tenerife per Valencia: sempre i soliti umani ed il solito cane, ma anche 4 gatti che avevamo acquisito nel tempo!;-)


Si dice che “il gatto sceglie la familia con cui vivere” e noi vivevamo in un appartamento al piano terra, facilissimo da raggiungere per qualsiasi gatto degno di tale nome: diciamo che quando hanno imparato a conoscerci, c’era la fila con i numeretti per essere accolto come “nuovo gatto della familia”!

 

Per me ed i nostri figli, Tenerife era un ottimo posto, anche se, forse, un pò “chiuso” per viverci sempre (ma anche a questo ci si può abituare e può piacere, però se pensate a trasferirvi su un'isola, valutate bene anche a questo aspetto: per una settimana non cambia niente ed è tutto piacevole, ma per anni può diventare opprimente!): è un’isola, non piccola, ma è laggiù, spersa in mezzo all’Oceano Atlantico, a 2 ore abbondanti di volo dalla Spagna peninsulare o 2-3 giorni di navigazione ed a ca. 4 ore e mezza di volo dall'Italia, quindi gli spostamenti verso “il continente”, possono essere economicamente favorevoli come prezzo (vedi le notevoli facilitazioni per i residenti, ma solo per i voli verso la Spagna peninsulare), ma assolutamente non da prendere alla leggera come tempi; per la mamma… non era solo “un pò chiuso”, ma una specie di prigione da cui, dopo quasi 4 anni, solo anelava ad evadere.


Ora, da inizio Luglio 2019, siamo a Valencia:

se al mondo esiste una città “a misura d’essere umano”, il suo nome è Valencia!

 

Parchi, piste ciclabili, storia, modernità, spiaggia, centri commerciali, negozi di tutti i tipi, trasporti pubblici perfettamente funzionanti ed abbastanza capillari come diffusione, collegamenti da e per le zone vicine, collegamenti stradali e autostradali, treni ad alta velocità, aeroporto e porto, spiagge grandissime ed alcune anche per i cani, zone con ville, zone con palazzi piccoli, zone con palazzi grandi, stradine strette e strade grandissime, scuole ed università di tutti i tipi, traffico intenso, ma sopportabile, ampie zone verdi, zone di lusso, zone medie, zone popolari, città grande, ma non eccessivamente… insomma, dire che ci si trova di tutto, per tutti i gusti e ci si vive benissimo, non è nessuna esagerazione.


Ribadisco: personalmente, mi trovavo bene anche in Tenerife Sud (una volta smesso di fare errori macroscopici), e le città non mi sono mai piaciute prima, ma Valencia piace anche a me!;-)

 

            Come ultima parte del riassunto del nostro trasferimento e motivazioni, chiarisco che non mi sono particolarmente soffermato sulle difficoltà incontrate in Spagna in alcuni campi o sui pregi in altri, come quello del trovare una casa in affitto, l’integrazione con i vicini che può essere buona o no, le interazioni con la pubblica amministrazione spagnola (che, credetemi, non ha niente da invidiare a quella italiana!), i documenti, la burocrazia, le tasse, la sanità, la scuola, lo stile talvolta portato all'eccesso di "mañana” e “no pasa nada”, il clima più rilassato e l’amore per le tapas, il costo accessibile di una birra in un locale…

Certe cose già le sai quando arrivi, certe altre puoi averle nel tuo DNA e ti risulteranno naturali, ad altre ti ci abitui a forza, alcune sono strepitosamente buone, ma ci sono anche quelle insopportabili ed a cui credo non ci potremmo mai abituare nemmeno vivendoci il resto della vita.


Valutazioni personali della nostra esperienza: in Spagna da Settembre 2015!

 

Quindi, alla fine, in Spagna, tutto bene? Tutto male?


    Né tutto bene, né tutto male: le poche righe che potevano chiudere l’articolo appena iniziato esprimono effettivamente la mia risposta alle domande iniziali, magari col bisogno di qualche piccola integrazione!

 

Com’è vivere in Spagna?


“Bello”, però consideriamo che la Spagna è grande, che al cambiare di zona, cambia il clima, cambia la gente, a volte anche la lingua (anche se il Castellano è quella ufficiale da tutte le parti, in Cataluña c'è il Catalán, nella Comunidad Valenciana c'è il Valenciá, nei Países Vascos c'è l'Euzkera... e non sono "dialetti", sono lingue in cui si usano anche i libri scolastici) ed in alcuni casi le leggi in materia, per esempio, fiscale.

 

Come italiano che vive in Spagna, cosa sento per l’Italia?


Sono italiano e tale mi sento e continuerò a sentirmi.

A volte, purtroppo, mi pare di essere, se non proprio abbandonato, perlomeno un tantino emarginato dal mio paese a causa di, per esempio, le lungaggini con il Consolato competente nel momento del bisogno (rifare i documenti può essere un'odissea temporale), però nemmeno mi passa per l'anticamera del cervello di rinunciare alla cittadinanza italiana per quella spagnola con l'idea di semplificarmi la vita.

Amo questo nuovo paese, ma il mio cuore resterà sempre “italiano”, però non rimpiango la scelta fatta, nonostante i tanti, tantissimi… (troppi!!!) errori fatti in questi anni.

Se potessi tornare indietro al 2015, mi organizzerei meglio per il trasferimento e, una volta arrivato, studierei più a fondo la situazione prima di intraprendere qualcosa, ma sarei veramente felice di ripetere l’esperienza di trasferirmi ugualmente!

 

Meglio la Spagna o l’Italia?


Per certe cose, usando le parole di mio padre, direi “accidenti al meglio”!

Sono due nazioni in cui fiscalmente ti assassinano (sempre che tu non vada in aree privilegiate come le Canarie), dove non è che “il lavoro ben retribuito” ti cada in mano, dove talvolta non siamo visti di buon occhio proprio perché siamo italiani (intendevo in Spagna!;-), però… in Spagna riesci a fare qualcosa di più che in Italia con gli stessi soldi e, se eviti di fare cavolate e tieni un comportamento corretto con gli altri, oltre, magari, a disporre di un piccolo capitale proprio che ti aiuti a superare i momenti bui, si riesce a vivere più rilassati che in Italia, anche se occorre adattarsi all’ambiente ed alle persone, perché ci sono anche “costumi che ti uccidono” (vedi il significato di “mañana” e “no pasa nada” applicato nella pratica).

 

Com’è la comunità italiana in Spagna?


“Fra gli italiani in Spagna ci sono persone sicuramente da conoscere e con cui mi piacerebbe fare amicizia, ma in generale non con tutti vorrei davvero passare del tempo.”

 Può sembrare un giudizio cattivo, forse invidioso o prevenuto e non so che altro, ma è un dato di fatto che fra le molte, moltissime brave persone, ci sia anche una percentuale non trascurabile di “sfollati” e “mezzi truffatori” che si accaniscono sugli altri italiani, in particolare quando sono appena arrivati e che contribuiscono non poco a creare una "mala fama" per tutti.

P. es., noi, in Tenerife, abbiamo avuto un’esperienza a dir poco disastrosa con quello che avrebbe dovuto essere il nostro “commercialista”, rivelatosi poi un truffatore che tutto era fuorché quello che diceva e sembrava essere.

Dotato di un sontuoso e modernissimo ufficio, poi ampliato negli anni, e all’apparenza super professionale e con ampissime conoscenze sui più vari argomenti, proprio da lui ho imparato a rispettare le persone che, pur magari lavorando in un settore da anni, ti dicono “questo, di preciso, non lo so: mi informo e ti faccio sapere” e poi ti chiamano e ti fanno davvero sapere!

Lui, invece, sapeva sempre tutto, con una prontezza impresionante, mai aveva dubbi ed in nessuna occasione ti trasmetteva insicurezza, era tranquillizzante in modo disarmante, conoscitore di usi e costumi locali, con agganci in tutti i posti e parlava varie lingue… faceva paura… ed avremmo dovuto avercela davvero!

Per la cronaca, ad un certo punto, da un giorno all'altro nel corso del 2018, è sparito, gli uffici erano chiusi e sotto sequestro, le chiacchiere dicevano "sparito con alcuni milioni di euro", brancate di persone inferocite a cercarlo, tutti quelli che fino al giorno prima lo idolatravano a vagare con sguardo assente o a fare finta di niente (e, magari, contando i proventi della loro parte dell'affare inaspettatamente "saltato")... di lui, mai più saputo niente!


Quanto sopra è un aneddoto reale: in pratica, essendo italiano all’estero, non puoi fare a meno di legare con altri italiani, sia per mantenere viva in te la lingua che i costumi della tua nazione, ma valuta bene con chi leghi, perché un conto è bere una birra insieme una volta o due, un altro conto è essere davvero amici… e qua in Spagna si concentra anche parte della popolazione italiana che ha fatto della caccia al pollo la sua arte!

 

Ci sono, poi, anche quelli, sempre italiani, che sembrano dedicarsi sui gruppi Facebook e simili a distruggere il morale di altri che fanno domande: a volte, ci sono domande da sprovveduti o vengono fatte per comodità e non disturbarsi a cercare informazioni in altri modi, ma maltrattare o assalire verbalmente altre persone, magari insicure ed in cerca di aiuto o ispirazione, mi è sempre sembrato un comportamento indegno e metterei anche questi nel cesto di quelli “da evitare”.


Sempre sui social, si possono poi trovare offerte di aiuto sincere o servizi professionali a pagamento che, per chi ne ha necessità e li sceglie, possono essere un'ottima alternativa allo sbattersi la testa personalmente fra vari uffici e con una lingua non ben conosciuta, però ci sono persone che ne parlano sistematicamente male, come sentendosi portatori di un'indiscussa superiorità per essere riusciti a fare da soli cose che, magari, altri non vogliono o non possono dedicarsi a fare.


 

A disposizione per eventuali approfondimenti, un saluto a tutti!

 

Carlo


PS

Tutti gli adempimenti burocratici (NIE, SIP, Empadronamiento, Seguridad Social, Scuola, casa, affitto, attività, lavoro, tasse etc.) possono essere effettuati personalmente o avvalendosi di servizi altrui: noi, ad esempio, offriamo sia consulenze gratuite (telefoniche o in videochat), che servizi di consulenza ed assistenza a pagamento, specialmente relazionati al settore immobiliare e dei documenti. Alcune cose le facciamo direttamente, per altre ricorriamo a collaboratori: l'importante è essere chiari nel definire le esigenze e stabilire il miglior modo di procedere.

Nessun commento:

Posta un commento

La vita in Spagna

Italiani in Spagna        Continuo a sperare che qualcuno legga gli articoli del mio blog ed ancora di più che metta qualche commento o avvi...