mercoledì 23 febbraio 2022

DI TUTTO E DI PIÙ: I DOCUMENTI PER TRASFERIRSI!

DALL'ITALIA ALLA SPAGNA:

CHE DOCUMENTI SERVONO E CONSIDERAZIONI VARIE





LISTA DOCUMENTI:

(a seconda dei casi e delle situazioni personali e/o particolari, alcuni possono essere omessi oppure possono necessitarne altri; evidenzio che in Spagna, non tutti gli enti richiedono sempre le stesse cose per le stesse incombenze (es.: iscrizione a scuola), dipende anche dalla zona e da chi ci si trova davanti; alcuni, inoltre, possono necessitare la traduzione autenticata in spagnolo)

  1. documento d'identità validoCarta d'IdentitàPassaporto... se sono prossimi a scadenza (ca. 6 mesi) è assolutamente consigliabile rinnovarlo prima di partire, visti i normali tempi consolari;
  2. tessera sanitaria italiana (comunque sia, prima di essere residenti e/o ottenere la SIP, cioè la tessera sanitaria spagnola, si ha diritto all’assistenza sanitaria come qualsiasi turista e la tessera sanitaria italiana può servire direttamente o per richiederne una spagnola provvisoria). Ricordo anche il codice fiscale non scade, quindi, anche una volta scaduta, la tessera, può avere una sua utilità;
  3. dichiarazione dei redditi italiana (l'ultima e anche le precedenti 2) e qualsiasi altra documentazione attestante il reddito e l’"esistenza fiscale" (ad esempio, per aprire un conto corrente bancario in Spagna e depositarci una cifra consistente, oltre a giustificare la provenienza di quei fondi – es. Contratto di vendita di un immobile – la banca dovrebbe/potrebbe richiedere anche la dichiarazione dei redditi italiana, giusto per assicurarsi cheil titolare sia conosciuto al fisco italiano e non “caduto dal cielo all’improvviso”);
  4. documentazione relativa alla pensione - se il trasferimento è definitivo (es. residenza in Spagna, empadronato e iscritto all'AIRE o, almeno, con richiesta presentata), richiedere il trasferimento della pensione in Spagna permette di ricevere un accredito netto superiore a quello che si riceveva in Italia, in quanto viene assoggettata a minori ritenute fiscali (dice che il Portogallo, in questo aspetto, è migliore della Spagna… che, comunque è migliore dell’Italia);
  5. contratto/i di proprietà di immobili e, consiglierei, anche le visure catastaliNon che queste cose servano rigorosamente per vivere in Spagna, però sono utili per informare correttamente il fisco spagnolo sui beni posseduti in Italia ed anche come supporto all'eventuale richiesta di prestiti bancari o mutui ipotecari;
  6. contratto di vendita di immobili (in particolare, se si pensa di aprire un conto bancario sul quale trasferire un importo consistente proveniente da tale vendita. Cosa succede se manca la documentazione di provenienza dei fondi? Dovrebbe applicarsi un blocco automatico agli stessi, con impossibilità di disporne fino a quando la si fornisce, fatte salve sanzioni o altro, se previste);
  7. estratto conto corrente bancario italiano, nonchè estratto titoli (azioni etc.) posseduti: qualcuno può chiederlo, ad esempio la banca spagnola su cui si vuole aprire il conto e/o a cui si vuole chiedere un mutuo ed in altri casi può tornare utile per informare il curiosissimo fisco spagnolo (per capitali giacenti in Italia superiori a 50.000€ o investimenti da dichiarare);
  8. se si ha intenzione di chiedere prestiti bancari o mutui ipotecari e già abbiamo avviato la pratica in Spagna, possiamo già arrivare con la situazione creditoria/debitoria aggiornata (la CRIF etc.) – che, altrimenti, si può richiedere on-line al momento in cui  se ne ha bisogno per la pratica di finanziamento;
  9. certificato di nascita (estratto dell'atto di nascita, con l'indicazione delle generalità dei genitoriinternazionale dei figli. Le famiglie spagnole dovrebbero essere in possesso di un “carnet de familia”, in cui è indicata la composizione familiare ed i rapporti di parentela… le famiglie italiane non lo hanno (almeno, noi non lo abbiamo mai avuto;-), però possono avere (ed è bene che lo abbiano, nel caso si incontri qualche impiegato ultrarigoroso) lo stato di familiaunitamente al certificato (estratto dell’attodi matrimonio ed a quello di nascita dei figli (stato di familia ed estratto dell’atto di matrimonio devono essere recenti… scadono dopo 6 mesi). Questi certificati ci serviranno anche successivamente, quando arriveremo a richiedere quello che tutto il mondo chiama “NIE verde” – ovverosia la “Tarjeta de Residente de Ciudadano de la Union”;
  10. estratto internazionale dell'atto di matrimonio;
  11. stato di famiglia italiano;
  12. documentazione scolastica dei figli (pagelle, nulla osta al cambio di scuola rilasciato dalla scuola italiana, attestazione superamento anno scolastico o di frequenza). L'obbligo scolastico in Spagna è come in Italia, quindi i minori di 16 anni devono obbligatoriamente frequentare la scuola e per essere iscritti nell’annualità corretta, è bene identificarsi correttamente. NOTA: qui in Spagna, prima dell’Università, ci sono 6 anni di primaria (elementari), 4 anni di ESO (medie), 2 anni di bachillerato (superiori), quindi in totale 12 anni, contro 13 in Italia… quindi per verificare in che annualità viene inserito il figlio e perché è bene esserne al corrente (se chi ha fatto la 2ª media viene inserito in 2ª ESO, non è un disonore né una retrocessione, ma semplicemente quello che il sistema prevede!);
  13. patente di guida italiana
  14. se si viaggia con la propria auto, tutti i documenti dell'autocompresa polizza di assicurazione con copertura internazionale stipulata in ItaliaUna volta che saremo residenti in Spagna e avremo fatto diventare l'auto “spagnola”, stipulermo una polizza spagnola e cancelleremo quella italiana (occhio alle scadenze, per non ritrovarsi a doppi pagamenti).
  15. titolo di studio, in particolare se se ne vuole richiedere il riconoscimento in Spagna (Diploma o Laurea (magari con specifica esami e/o corsi seguiti)… o anche della sola scuola dell’obbligo). Questo è quantomai necessario qualora si pensi ad ingaggi nel settore pubblico, che prevedano un certo livello d’istruzione riconosciuta. 
  16. e… il “casellario penale”? Dipende, ma esistono settori “sensibili” e/o imprese que lo possono richiedere per l’assunzione: se si sono già presi contatti e sappiamo che a brevissimo termine dal trasferimento ci occorrerà, non dimentichiamocelo!
  17. qualsiasi altra cosa o documento che possa venirvi in mentenel dubbio, in particolare se mentre siete in Italia non è niente di difficile da ottenere, procuratevelo! Magari avrete un sacco di “cartaccia inutile”, ma al momento dell’eventuale bisogno sarà un toccasana prenderlo semplicemente dalla cartella e presentarlo!


Ritengo doverosa una precisazione sul trasferirsi all’estero:


se chi si trasferisce lo fa "per un breve periodo" o "per fare un esperimento", "per vedere se trova un lavoro stagionale" etc. etc., ma è almeno ragionevolmente sicuro che sia un’esperienza transitoria e prevede il rientro in patria in tempi brevi (2-3 mesi, sei mesi o anche in 1 anno), in realtà non “si trasferisce” nel senso letterale del termine.


In questo caso è altamente sconsigliabile iscriversi all'AIRE (anche se sarebbe obligatorio passati sei mesi) ed è meglio mantenere tutti i rapporti con l'Italia in essere, incluso il risultarci residente, con quello che comporta civilmente, fiscalmente, penalmente, militarmente etc.


In questo caso, se anche ci si "empadrona" presso il Comune spagnolo (es., per mandare i figli in una certa scuola o qualsiasi altro motivo), cioè si prende la residenza in Spagna, è bene che questa sia valida solo per la Spagna e che all'Italia non venga comunicato niente in forma ufficiale.


Fra tanti, ci sono anche coloro che, pur vivendo da anni in Spagna, mai hanno intrapreso la strada del "trasferimento ufficiale":


·      perché non vogliono farlo (anche se dovrebbero);

·      perché non possono farlo a causa della loro condizione;

·      perché non lo ritengono necesario;

·      perché non lo giudicano conveniente;

·      e ci sono anche quelli che non lo fanno a ragion veduta, per “fare i furbi” (non voglio inoltrarmi troppo in questa parte, ma se uno è residente in Italia può… e se viene in Spagna e per questa è residente in Spagna può… quindi, per esempio, può vedere se riesce a mungere 2 vacche invece di una sola!)


In tutti questi casi, comunque, la residenza spagnola (essere “empadronato”) è unicamente per quanto riguarda i rapporti con la Spagna e non con l'Italia:


·       ad esempio, tramite il Consolato Italiano competente si potranno solo ottenere documenti di viaggio monouso, che permettano di rientrare in Italia, ma mai si potrà richiedere il rilascio di un nuovo documento scaduto o rubato;

·       tramite il consolato non si potrà richiedere nessuna certificazione;

·       ci si potrà rivolgere al Consolato solo per casi di urgenza, ma non in via ordinaria;

·       non ci si potrà esimere dagli obblighi fiscali di residente in Italia, ma nemmeno verranno meno i “diritti fiscali” di residente in Italia;

·       le eventuali notificazioni di atti giudiziari  (italiani) etc., saranno indirizzati alla residenza, cioè saranno inviate all’indirizzo in Italia etc. etc.

·       si potrà votare in Italia, presso il Comune di residenza, ma non ricevere i plichi elettorali al domicilio estero.


Se, invece, chi si trasferisce lo fa nel vero senso del termine ed adempie all'obbligo (autodichiarativo) di iscriversi all'AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero, per legge obbligatorio per chi vive per oltre 6 mesi all'anno all'estero), viene ad essere ufficialmente un cittadino italiano espatriato ed avrà tutti i diritti ed obblighi di tale situazione.


L’essere iscritto all’AIRE non “glorifica” nessuno, però dovrebbe garantire la disponibilità di uffici “italiani” con personale in grado di assistere i connazionali e permettere il puntuale adempimento di tante cose e la possibilità di disbrigare pratiche ed adempimenti vari che, altrimenti, richiederebbero assurdi viaggi e/o permanenze in Italia, spesso incompatibili con la “nuova vita”:


·       in questo caso, il riferimento per i rapporti con la Pubblica Amministrazione italiana, documenti, certificati etc., sarà il Consolato;

·       si potrà votare all’estero ed alla residenza estera verranno inviati i plichi elettorali; 

·       il "Comune Italiano di riferimento" sarà sempre l'ultimo in cui si è stati residenti in Italia

·       dipende da dove siamo residenti, potrà esserci maggiore o minore convenienza fiscale.


In pratica, l'AIRE (che ad oggi ancora tanti non conoscono) è gestita dai Comuni Italiani ed il tramite (l’interfaccia) è rappresentato dal Consolato Italiano competente per la zona in cui si vive; ad es., il Consolato di Barcelona è competente per chi vive nella Comunidad Valenciana, il Consolato di Madrid lo è per chi vive nelle Canarie e trasferirsi dalle Canarie a Valencia comporta anche il cancellarsi dalla competenza di Madrid ed iscriversi in quella di Barcellona: ad oggi, tutte queste cose si fanno sul portale FAST It – Farnesina Servizi Telematici per Italiani all’Estero https://serviziconsolari.esteri.it/ScoFE/index.sco;jsessionid=36F3147B8A714E9E08AF18D5ED01436D).


Comunque, qualsiasi pratica relazionata con l’AIRE / Consolati non è mai “così veloce” come ci aspetteremo in un mondo interconnesso informaticamente  e chiunque si sia ritrovato a rinnovare un documento essendo residente all'estero ne sa qualcosa… e per gli altri, che ancora non ne hanno avuto esperienza, solo dico: <<Fidatevi!>>.


Anche lo stesso nome del portale “FAST It” sembra fatto per trarre in inganno i fiduciosi utilizzatori!!!


Per esempio, per rinnovare il mio passaporto (scaduto) ho richiesto un appuntamento per la presentazione della relativa richiesta al Consolato Onorario di Valencia (per l'inoltro al Consolato Generale di Barcellona) ad inizio Dicembre 2021 e mi è stato dato per il 28/01/2022;


in tale data ho consegnato il tutto e mi sono state prese elettronicamente le impronte digitali ed ora, per avere il passaporto nuovo, devo attendere un tempo che si dice essere dai 6 ai 12 mesi.


In pratica, considerando tutto l'iter, se mi venisse consegnato il passaporto in 8 mesi dalla richiesta di appuntamento, potrei ritenermi "assolutamente soddisfatto".


A qualcuno potrebbe venire un dubbio, visto che a Valencia c’è il “Consolato Onoraio”, che dipende ed inoltra tutto al Consolato Generale di Barcellona.


Se mi fossi recato direttamente al Consolato Generale a Barcellona per consegnare la richiesta, sarebbe stato più veloce?


Certo… che NO!


I tempi sarebbero stati gli stessi!


Quindi... ricordatevi sempre, prima di partire per trasferirvi realmente all'estero, di farlo con documenti d’identità validi ancora a lungo e non per qualche mese!!!;-)

Esiste la possibilità, dice, di poterli rinnovare presso gli uffici competenti in Italia, però… non è detto che tutto fili così liscio come si vorrebbe!


Chiariamo infine, qualora ve ne fosse il dubbio, che la Spagna, come l'Italia, è nell'Unione Europea, quindi dal punto di vista di "documenti di viaggio", serve poco davvero: basta la Carta d'Identità Italiana valida!


Se si viaggia con la propia auto, servono la normale Patente di Guida Italiana (B, C...) e l’assicurazione internazionale.


Una patente attuale, trattandosi di "Patente Europea", vale pienamente in tutta la UE;


di più: da quando non è più riportata la residenza sulla patente, le informazioni attuali parlano di piena validità, senza problema, di quella italiana fino alla naturale scadenza, senza obbligo di convertirla prima in spagnola.


Poi, con congruo anticipo sulla scadenza, si richiede il rilascio di quella spagnola (o si va in Italia a rinnovarla?)


Dubbio? Il fatto è che se siamo residenti all’estero, “empadronati” in Spagna ed iscritti all’AIRE, il normale iter è chiedere il rinnovo della patente nel luogo di residenza, quindi in Spagna: il fatto che non sia più indicata la residenza sul documento, non vuol dire che non si debbano comunicare le variazioni alla DGT in Spagna  (MCTC in Italia)!


A titolo di cronaca, ricordo che, fino a non tanti anni fa, una patente italiana DOVEVA essere "convertita" entro breve termine (sei mesi, lo stesso termine per il cambio di targhe dell’auto) in spagnola.


Probabilmente, a tutt'oggi si possono incontrare poliziotti “dispettosi” che, una volta assicuratisi che uno sia arrivato da poco in Spagna e che non comprenda bene la lingua, ti facciano una ramanzina sull'obbligo di conversione della patente e del cambio delle targhe.


Per l’auto, che dire?


Se fosse possible venderla in Italia, trasferirsi e successivamente comprarne una direttamente in Spagna, si eviterebbero alcuni passaggi burocratici, ma non sempre si può o si vuole disfarsene in Italia.


Quindi, quando l’auto con targa italiana arriva in Spagna, la si dovrebbe immatricolare  nuovamente, provvedendo a rifare la “ficha tecnica”, il “permiso de circulación” (libretto di circolazione), la ITV (la revisione, anche se fosse stata appena fatta in Italia deve essere rifatta in Spagna e, per l’immatricolazione di un veicolo proveniente dall’estero, prevede che questo sia “ribaltato come un calzino”) ed il cambio di targhe con la restituzione delle vecchie Italiane alla Motorizzazione italiana, unitamente ai documenti dell’auto per la cancellazione del veicolo dal PRA.


Fatto il tutto, finalmente in possesso del fiammante “permiso de circulación” rilasciato dal “Reino de España” (stupiti? Già, l’Italia è una Repubblica, ma la Spagna è una Monarchia, c’è il Re, la Regina, ci sono le Principesse ed i titoli nobiliari…;-), che si fa?


Si va in un centro autorizzato, si sceglie il tipo di targa (rettangolare lunga in metallo, rettangolare lunga in metacrilato, forma quasi quadrata per modelli fuoristrada…), ce la stampano al momento, si paga, la si installa e via per le strade!


Da quel che mi ricordo con la motorizzazione in Italia, quella delle targhe è una precedura che sembra “strana”, però così è!


Per quanto riguarda la lista iniziale, se avere tutto (o meno o di più;-), dipende anche dalla particolare situazione personale e familiare; vige comunque la sacrosanta regola che “prendere tutti quelli che possano venirvi in mente e, nel dubbio, meglio avere anche quello in più"…


…e questo, non perché per forza tutti siano sempre necessari, ma perché si devono tenere presenti due cose fondamentali:


1)    dipende da dove andate e da chi trovate (ufficio pubblico, ente, scuola, banca…), può essere che vi venga richiesto qualcosa che ad altri non lo è stato (es.: a noi, per iscivere i figli a scuola, hanno richiesto anche il "nulla osta al cambio di scuola con certificazione dei voti ottenuti", rilasciato dalla scuola che avevano frequentato in Italia; so per certo che altre persone che si sono trasferite non hanno idea di cosa stia parlando e che non gli sia mai stato richiesto niente di simile, anche se i loro figli avevano la stessa età dei nostri e sono stati iscritti a scuola nello stesso periodo e sulla stessa isola - Tenerife);

 

2)    nel malaugurato caso che sia necessario un documento che non si ha, può essere che sia comunque facile ottenerlo dall'Italia (con procedura on-line oppure tramite familiari o altri incaricati), che sia un pò meno facile e, magari, richieda un viaggio imprevisto da parte vostra oppure che sia una vera disperazione procurarselo!


Quindi, se siamo determinati a partire, non facciamo l’errore di non procurarci quel che possiamo con una certa facilità e ricordiamoci sempre che andiamo in un’altra nazione e che non sempre quello che ci sembrava normale “a casa nostra” lo risulta anche “in quella di altri”!


NOTA finale:


La Spagna peninsulare è collegata all’Italia tramite un’ottima rete stradale ed anche se un’auto arriva via mare dall’Italia perché, ad esempio, ci siamo imbarcati a Civitavecchia per Barcellona ed una volta lì scendiamo e viaggiamo con la nostra beneamata quattroruote fino all’agognata meta (Valencia? Sevilla? Santander? Madrid?...), quelle strade che non abbiamo usato per arrivare in Spagna esistono e lo sa anche il fisco spagnolo, la così detta Hacienda!


Anche le isole come le Canarie, laggiù nel mezzo dell’Oceano Atlantico, si possono raggiungere in auto, ma solo via mare con il traghetto… e queste sono in una differente zona doganale rispetto alla Penisola Iberica!:-0


Cioè… se fossimo in grado di dimostrare che la nostra auto è arrivata nell’Arcipelago Canario viaggiando su strada, non ci sarebbero problemi, ma le strade per arrivarci non ci sono, quindi non si può evitare il pagamento delle imposte doganali (il DUA da fare e su cui pagare il corrispondente importo secondo le tabelle fiscali): teniamone conto se ci trasferiamo in auto nelle Canarie, in particolare se l’auto è abbastanza nuova!!!

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