¿TRASPASO?
Qual'è la cosa migliore da fare?
Qual'è la cosa migliore da fare per chi vuole avere una propria attività, moltissime volte nel settore "hostelería" (ristorazione / bar e simili), ma che comunque è valida per qualsiasi altro tipo e per scale molto differenti di grandezza (il traspaso da 8.000 - 10.000 €, non è come quello da 200.000-300.000 e, tantomeno, come quello da 1.500.000, però considera sempre che i soldi che ci metti sono veri e, magari, sudati!).
La prima e fondamentale questione è se sia meglio acquistare, sviluppare o modificare nel tempo, secondo le proprie idee e tenuto conto della situazione e della clientela, se preferiamo qualcosa di già esistente ed "a regime" o se partire da zero, aprendo una nuova attività in un posto nuovo, alla ricerca di nuovi clienti.
LA COSA MIGLIORE, È AVERE LE IDEE BEN CHIARE FIN DALL'INIZIO. SAPERE COSA SI VUOLE FARE E VERIFICARE SE SIA COMPATIBILE CON IL POSTO IN CUI PENSIAMO DI FARLO: "PLANEAR ANTES QUE ACTUAR".
Alcune considerazioni:
è una palese verità che alcuni (e non importa che siano grandi marchi o piccole persone) sono in grado di attirare i clienti "da fuori", i quali che vanno "da loro" proprio perché loro sono lì, ad offrire quello che "lì" le persone cercano e sono disposte ad andare a cercare, ovunque sia questo "lì", e non necessitano assolutamente la "clientela locale" che, magari, li snobba brutalmente, ma loro vanno avanti imperterriti per la loro strada e fanno affari strepitosi, però è anche vero che, nella stragrande maggioranza dei casi, la "clientela locale" è quella che per prima va tenuta presente!
In pratica, quindi, uno "studio di mercato" previo a qualsiasi lancio di se stessi e delle proprie idee, va fatto. Che, poi, si tratti di una cosa articolata fatta da un'impresa specializzata o di una piccola indagine artigianale, anche condotta in proprio ed in base alle esperienze vissute in altri posti, dipende dalle proprie idee e dai capitali in gioco, però è assolutamente necessario farla!
Riprendendo il discorso su "attività esistente" o "partire da zero", i pro ed i contro dell'una e dell'altra scelta, non sono e non possono essere univoci ed i "consigli" che posso dare sono da intendersi come spunti di valutazione: non sono "linee guida" da applicare pedissequamente per arrivare al successo!
Certo, ci sono persone che non si pongono assolutamente il problema; in questo caso, come si dice, "beata ignoranza".😇
Teniamo anche in conto che il mondo e la storia sono pieni di personaggi che hanno realizzato la loro fortuna facendo cose "impossibili", che non sapevano essere tali e/o a cui nessuno gli aveva detto esserlo, o che, semplicemente, non hanno ascoltato quando gli dicevano che era inutile provarci.
Chiariamo la parte spagnola della questione:
avere "un negocio" in Spagna, vuol dire avere un'attività commerciale di qualche tipo e, come in tutte le altre parti del mondo, un'attività commerciale si regge (vive) se ha clienti.
Una volta che questi ci sono, si regge più o meno bene anche in base a quanto spendono singolarmente: ci sono attività che basano i loro guadagni esclusivamente sul grande numero di clienti, altre che li basano sull'alta capacità di spesa di pochi "eletti".
Quello che un'attività non può fare, è reggersi nel tempo e prosperare senza avere guadagni... sto parlando di attività lecite e normali, sia chiaro!
Secondo me, molti italiani che aspirano, magari, ad una piccola attività familiare, sbagliano a pensare che la Spagna, rispetto all'Italia, sia su un altro "barbaro" pianeta bisognoso di colonizzazione: per certi aspetti, lo sembra, ma per certi altri, il vecchio detto "tutto il mondo è paese", è un'assoluta verità.
Fondamentalmente, siamo noi che, per primi, dobbiamo adattarci al posto, non avere la pretesa che sia il posto ad adattarsi a noi (o, almeno... non da subito!😇): se poi riusciamo a trovare un equilibrio fra le due cose, perfetto (o, come si dice da queste parti, "es la leche"😉)!!!
Tornando alla Spagna, ci sono le Comunidades Autónomas, gli Ayuntamientos ed il Gobierno Central, ciascuno dei quali ha da dire la sua in materia di licenze per attività commerciali ed a seconda del tipo delle stesse o di prodotti che si vendono ed elaborano.
Stabilita una normativa "nazionale" e ripresa da un'altra "autonómica" in un determinato contesto, quello alla fine più importante di tutti è l'Ayuntamiento (il Comune), cioè quell'Ente Pubblico che riprende la normativa statale generale, la revisiona sulla base delle indicazioni del governo autonómico e ci applica le sue particolarità locali, facendo si che non sempre quello che si può fare ed è normale in un posto lo si possa fare nello stesso modo anche in un altro, seppure a pochi chilometri di distanza. Se, poi, questi "pochi chilometri" sono proprio al confine fra una Comunidad ed un'altra, allora si che possono verificarsi ancora più stranezze.
Con questi discorsi, non voglio disilludere nessuno, solo avvisarlo di non fare caso solo a quel che si vede, dando per scontato che sia fatto bene così perché tutti lo fanno, ma di indagare in tutti i modi ragionevoli e farsi assistere, nei limiti del possibile, da persone competenti: in Elephant Real Estate Room Valencia, ci sono, però è importantissimo essere chiari fin da subito su quali siano i parametri della ricerca. Qui siamo nella patria del "mañana" e del "no pasa nada", due accezioni che spesso non si sa cosa significano fino a quando non ci si sbatte la testa.
Esempio: in alcuni posti, un bar cafetería / comida rapida può funzionare a pieno ritmo e preparare tutto quel che gli pare, essendo dotato di aspiratore con filtro a carboni attivi; in altri posti, anche se si vuole preparare un toast o un uovo al tegamino, è obbligatorio avere la canna fumaria per l'evacuazione dei fumi ad un livello più alto di quello del tetto. In pratica, se la canna fumaria già esiste, tutto bene anche se per quel che si fa non ci occorre, ma se non c'è e solo successivamente ci accorgiamo di averne bisogno, si apre la strada alla complicazione, perché non si tratterà solo di "costo vivo" dell'installazione, ma anche delle necessarie autorizzazioni amministrative, di quella del condominio, del progetto etc. Se siamo nel dubbio, meglio non imbarcarsi in imprese dall'esito incerto!
Quindi: vogliamo comprare un'attività esistente e funzionante, pensando di adattarla alle nostre esigenze? Controlliamo soprattutto le licenze ed autorizzazioni, per vedere se la si possa utilizzare come pensiamo o se ci ritroveremo in futuro ad avere limiti non valicabili.
Vogliamo aprire un'attività da zero in un posto dove, magari, prima non c'era o c'era qualcosa di completamente diverso? Informiamoci in Comune, condominio ecc. se ci ci possa fare quello che pensiamo, rompiamo le scatole allo spasimo prima di metterci i soldi, dopo potrebbe diventare impossibile sviluppare le nostre idee e non avremmo più i soldi per andare a farlo da un'altra parte!
Ci piace un'attività in funzionamento, con tutte le licenze ed autorizzazioni a posto, per continuare a fare quello che sta facendo ed a noi interessa così, con la clientela già consolidata? Valutiamo il giro di vendite, il fatturato, per vedere i margini sui quali possiamo contare, le possibilità di mantenere quella clientela ed eventualmente ampliarla e mettiamoci al lavoro.
Se compriamo un'attività solo per il posto, pensando di stravolgere tutto e farci cose completamente differenti da prima, per come la vedo io, del fatturato possiamo benissimo fregarcene (anzi, magari, se è basso, possiamo cercare di "trarne profitto" per ribassare il prezzo... però sempre con la coscienza che per chi ce lo vende, vale qualcosa per un motivo, per noi vale per un altro motivo): il prezzo che possiamo essere disposti a pagare, dipende da quanto quella posizione vale per noi.
Se compriamo un'attività per quello che fa, produce ed offre attualmente e la nostra idea è seguire con la stessa linea di servizio e prodotto, il fatturato deve per forza essere al primo posto: il prezzo che possiamo pagare è in base al fatturato ed alle attrezzature. In questo caso è essenziale vedere i conti reali e se quando ci dicono "facciamo tot fatturato e tit non fatturato", stiamoci attenti: il fatturato si vede, il resto no e quanto più le due cose si discostano, quanto più dobbiamo stare attenti.
Altra cosa a cui prestare attenzione è che la "clientela fidelizzata" può esserlo a una cosa, a un'altra o a una combinazione di vari fattori, ma quando arriva un nuovo gestore, in particolare se si vuole mantenere la stessa linea d'affari, si deve mettere in conto un "subentro graduale", sempre che sia possibile.
I clienti possono essere "fedeli" al prodotto, al prezzo del prodotto, alla persona che lo vende e gestisce il locale, alla posizione del locale, a tante cose singolarmente o anche ad una combinazione di questi fattori, ma quando si passa ad un cambio di gestione, spesso alcuni clienti si perdono (sicuramente) e può essere che altri si guadagnino (forse) o no: se compriamo una cosa per quel che è e per cosa fa, con l'idea di continuare a farla, uno dei principali parametri di valutazione dovrebbe essere quello di "come mantenere i clienti esistenti e, magari, incrementarli", minimizzando nel modo più assoluto la perdita di clientela esistente, in quanto per ogni cliente che se ne va, abbiamo una perdita diretta di una parte di quel che abbiamo investito.
Potrebbe essere conveniente valutare se sia meglio imbarcarsi in un tipo di attività in cui la clientela sia fedele al marchio (franchigia e cose simili) o al gestore del negozio, anche nell'ottica di un futuro traspaso, se non siamo già convinti di voler trascorrere lì il resto del nostro tempo sul pianeta.
Facciamo un esempio: se compriamo il classico localino gestito dalla coppia di ormai anziani coniugi che sempre ha vissuto in zona e che tutti conoscono ed apprezzano, è difficile che non ci sfuggano clienti a causa del cambio, già che noi siamo noi e non siamo "loro". Se, invece, quello stesso localino vende prodotti particolarmente apprezzati nella zona e la gente ci viene per questi, più che per i gestori, se cambia la gestione ed i prodotti si mantengono (o migliorano) in qualità e prezzo, probabilmente si manterranno i clienti e ci sarà anche l'avvicinamento di chi, finora, non ci veniva... e, magari, avremo noi, nel tempo, la possibilità di diventare "la coppia di persone che vive in zona, che tutti apprezzano e che per di più offre i prodotti che la gente vuole e continua a volere e cercare".
Per quanto "bravi e simpatici" siano i precedenti proprietari dell'attività, ricordarsi anche che se un negozio vive "per simpatia" delle persone locali, bisogna essere dei personaggi molto fuori dal comune per riuscire ad accattivarsele e mantenerle intatte nel tempo: la volta che ti gira male e mandi a quel paese qualcuno, ti farà sicuramente perdere qualcosa che non avresti voluto perdere!
Concludendo, torno a ripetere: prima di imbarcarsi un un affare, pensare bene a cosa si voglia fare, non lancianrsi su qualcosa solo per il prezzo appetibile o la zona super frequentata quell'unica volta che l'abbiamo vista, non basiamoci nemmeno esclusivamente sul consiglio degli amici, né sulle roboanti dichiarazioni degli attuali gestori.
Chiedere "perché vendete" e "da quanto ci siente", "quanto fatturate", "durante l'anno, c'è un lavoro regolare o va a periodi", "per fare fronte ai periodi di maggior lavoro, quante persone occorrono", "nei periodi di meno lavoro, in quanti si può fare" ecc.: fare le classiche domande da rompipalle (di sicuro la penderemo così a parti invertite, se fossimo noi a voler vendere) non è niente di male e se le risposte non ci convincono... nessuno ci obbliga a comprare proprio quello, SE NON NOI STESSI, quando ci facciamo prendere dall'irrefrenabile impulso all'acquisto!
Se ci imbarchiamo nell'acquisto di un "negocio" in franchigia, possiamo avere la "certezza del prodotto", però può essere che ci vengano imposti dei limiti o degli obiettivi non consoni alle nostre caratteristiche.
Ah, un'altra cosa: ricordarsi anche che con il traspaso c'è sempre incluso il locale e l'affitto del posto dove l'attività si svolge, la durata residua del contratto, eventuali compensazioni al proprietario, cosa questo pensa riguardo al futuro affitto (che NON pensi di abbassarlo, creo sia l'unica cosa di cui si possa essere sicuri, tutto il resto è aperto a discussione!), a seconda di che attività sia e di come si faccia il contratto, gli eventuali dipendenti della stessa, macchinari debiti o crediti, cambi amministrativi... ci sono davvero tante cose, spesso di più di quante si possa pensare.
Pensiamo anche se farci assistere da un agente / consulente sia una buona cosa: pagargli 3000€+IVA per un'attività che costa 10000€, sono un'enormità? Non fermiamoci all'aspetto puramente matematico della cosa, dipende dai punti di vista!
Pensa a che casino ci viene fuori se, per voler risparmiare sull'onorario professionale di chi poteva veramente aiutarti, ti imbarchi in un acquisto sbagliato, che ti porta via il sonno, il tempo, i soldi e la pace in famiglia.
Con la speranza che questo articolo possa già così essere di aiuto a qualcuno, un saluto e... sono qui, a disposizione per chiunque voglia fare commenti o abbia necessità di approfondimenti.
Carlo
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