giovedì 10 agosto 2023

La vita in Spagna

Italiani in Spagna 


    Continuo a sperare che qualcuno legga gli articoli del mio blog ed ancora di più che metta qualche commento o avvii una partecipazione attiva, ma, la cosa fondamentale, è che spero possano essere di aiuto per qualcuno, o per ispirarlo a compiere una certa scelta o per impedirgli di fare alcuni dei tremendi errori che abbiamo fatto noi (io in particolare) e che ci hanno portati sull'orlo del baratro, dal quale, poi, si dura indiscutibilmente una gran fatica a tornare indietro!

    È un dato di fatto!

    Però non facciamo tanto i tragici: l'attitudine positiva è quella che ti porta a vincere le battaglie e se continui a vincere battaglie, alla fine vinci anche la guerra... se hai scelto di vivere in un posto, cerca di fare tutto quanto in tuo potere per viverci bene!

    E ora, di cosa parlo?

"La vita in Spagna"

Com'è?

    Com'è vivere per cinquant'anni in Italia (io), per poi ritrovarsi in Spagna?

    Com'è per i nostri figli?

Per quello di loro che ha fatto fino alla seconda media in Italia?

E per quella che ha fatto fino alla 3ª elementare?

E per quella che ha fatto solo la 1ª elementare?

    Per loro è bene, anche se chiedono disperatamente stabilità di posto e di amici: i traslochi continui non li amano!

Com'è per mia moglie moglie, l'ideatrice della trasferta e trascinatrice di famiglia?

Forse ci sono alcuni ripensamenti in retrospettiva, però tutto dipende dalla scelta azzeccata del posto.

Alla fine, come sia per gli altri, continuo a ripeterlo, lo diranno loro, se vogliono; invece, come sia per me... lo dico io, sempre se voglio!

    Premesso che io non avevo nel 2015 niente di particolare da lamentarmi dell'Italia, che non ci stavo niente affatto male e che, anche se lavorativamente ero piuttosto "schiacciato" dagli eventi, non era che facessi propio una cosa che non mi piacesse, vedendo in retrospettiva questi ormai quasi otto anni pieni di errori, capocciate nei muri, tentativi reiterati di fare cose non congeniali, fughe dai posti non eccezionali per andare in altri migliori, che poi tanto migliori non sono... devo dire che, per quanto ci abbia messo tutto l'impegno possibile, sono riuscito a fare anche qualcosa di diverso dalle "coglionate" e vivere in Spagna mi piace... però, forse, ancora di più del posto in se, è che mi piace viverci con la mia famiglia!

    Se potessi tornare indietro nel tempo, sceglierei di tornare a fine Giugno 2019 e restare a Tenerife, però ormai sono più di 4 anni che stiamo a Valencia ed ora troverei difficile ritornare a Tenerife, anche se, avendone la possibilità, un pensierino serio ce lo farei... però non sceglierei di tornare al 2015 per restare in Italia.

    Non dico che la Spagna sia meglio dell'Italia o che gli spagnoli siano meglio degli italiani, cosa peraltro non sempre vera, dico però che vivere in Spagna mi piace e che vorrei aver fatto meno errori ed avergli preso la misura giusta prima: ora mi ritrovo alla soglia dei 60 anni (veramente dei 58), con così tanti obiettivi da raggiungere e cose da rifare e rimettere a posto, che non so dove mai troverò il tempo per andare in vacanza! 

    Dovrei pormi il problema dal punto di vista "ora, di cosa potrei parlare, affinché i seguitori mi seguano davvero o possa acquisirne di nuovi"?

    Una delle prime cose da chiarire è perché sto scrivendo ed aggiornando questo blog "casainspagnapuntoit": basta leggersi il primo articolo pubblicato, quello della presentazione e, più o meno, le ragioni sono lì: per fornire un aiuto a chi, italiano, vuole trasferirsi a vivere in Spagna e, in particolare, nelle Canarie (a Tenerife) o a Valencia (nella Comunidad Valenciana).

    Attualmente vivo vicinissimo a Valencia, praticamente "alle porte della città" e in precedenza a Tenerife: per queste due ambite mete, posso non solo dare informazioni generiche, ma direttamente di prima mano, per esperienze vissute o, al limite, avere conferma attualizzata tramite conoscenti della massima affidabilità, che ancora vivono sul posto (parlando di Tenerife).

    Per altre zone della Spagna, le regole "generali" sono le stesse, ma quella "particolari" possono cambiare anche molto, in quanto il territorio, non dimentichiamocelo, è diviso in "Comunidades Autónomas" (quelle cose che si chiamano Canarias, Comunidad Valenciana, Andalucía, Galicia, Castilla-La Mancha, Cataluña, Comunidad de Madrid, Murcia ecc.) che, a paragone con l'Italia, definirei, più che Regioni, "Regioni a Statuto Autonomo": ogni zona, in particolare in materia fiscale, sanitaria e turistica, ha una sua legislazione specifica  sulla quale non sarebbe male essere informati prima di andarci.

    Osservazione personale: in Canarias NON ESISTE L'IVA (a tutt'oggi, 08/08/2023, il 21% in Spagna "peninsular"), ma c'è l'IGIC (attualmente l'aliquota ordinaria è al 7%, ma come succede con l'IVA che non in tutte le cose è al 21%, ci sono varie aliquote possibili che si applicano a varie tipologie di generi, quindi non è detto che tutto sia al 7%).

    Come sono i prezzi dei generi "normali" (dicesi CIBO) in Spagna rispetto a quelli italiani?

Bella domanda!

    In linea di massima, con riferimento almeno alle zone Centro (dove ho vissuto e saltuariamente vado) e Nord Italia (dove non ho mai vissuto, ma in cui saltuariamente passo), i prezzi in Spagna sono un pò (ma solo "un pò"!!!) più bassi per gli articoli corrispondenti, nel senso che se vivo in Italia e compro cose Italiane spendo di più di quanto faccia se vivo in Spagna e compro cose spagnole. Ad essere proprio sinceri, in prezzi in Spagna sono aumentati a dismisura su tutto, però, se li confronto con quelli che trovo in Italia ed i loro aumenti smisurati, finisce sempre che con gli acquisti in Italia ci resto molto più di mer... che con quelli in Spagna. 

    Se, invece, vivo in Spagna e voglio continuare a comprare cose italiane... ecco, questo è un sistema garantito per spendere di più ancora di quanto farei in Italia, ma non dovrei, in questo caso, dire che "la vita in Spagna è più cara che in Italia", bensì specificare che "vivere in Spagna comprando prodotti italiani, mi costa di più che farlo in Italia"!

    Sempre, questo, con riferimento al Made in Italy che sia anche "fatto / elaborato in Italia", perché se entro nel mercato degli acquisti di generi "Made in Italy" (but coming from China and others places strictly far from Italy), non vado ad esprimermi su qualità, gusti, prezzi o altro... e nemmeno dico che siano necessariamente sempre peggiori, solo che "non sono fatti in Italia", è normale pagarli meno dei corrispondenti italiani e non si dovrebbe mai restare sorpresi per la "mancanza di qualità" rispetto agli originali ...anche se, invece, questo sempre è motivo di sorpresa!

    Finita con la filippica dei ricordi, passiamo ad alcune particolarità spagnole che, anche dopo anni, possono lasciare "spiazzato" uno come me... e credo molti altri: in certi casi adeguarsi alla Spagna può essere proprio ostico!

Tengo, in modo particolare, a far rilevare alcune cose (differenze) eclatanti:

la lingua:

nella lingua spagnola (Castellano) le doppie lettere quasi non esistono; nel Valenciano, che, volenti o nolenti, nella Comunidad Valenciana viene parlato insieme al precedente e nelle scuole pubbliche e "concertade" è materia di studio e di esami, le doppie ci sono. Anzi, come aspetto estetico, il Valenciano scritto è molto più simile all'italiano di quanto lo sia il Castellano... anche se poi, parlato, è un'altra cosa.

"Hola, buenos días, ¿que tal?" = "Ciao, buongiorno, come va?" ...non è detto che sia un modo di rivolgersi normalmente alla gente perché a qualcuno gli interessi davvero di te: è un modo standard di salutare... che poi può anche essere per dare davvero un seguito alla conversazione o semplicemente uno scambio di saluti fra perfetti sconosciuti a cui non frega assolutamente niente l'uno dell'altro: è semplicemente un modo per salutare!

pasta:

un'immagine vale più di mille parole e basta far caso a quella sottostante per capire di cosa stia parlando


"MACARRÓN RAYADO": è il nome spagnolo di queste pennette rigate che, nella parte alta della confezione, riportano forse esageratamente pomposa dicitura "pasta di qualità superiore, fatta con semola di grano duro". Sul fatto che tutte le scritte siano in spagnolo, niente da dire: siamo in Spagna ed è normale e bene così, però la parte che sempre mi insospettisce, mi risulta assolutamente innaturale ed a cui penso non mi abituerò mai, È L'INDICAZIONE DEL TEMPO DI COTTURA: "cocción al dente 8 miutos" - "cocción suave 10 minutos"... ed in tutti i pacchi di pasta spagnoli, ci si trova lo stesso tipo di scritta (al cambiare della pasta cambiano i minuti - e meno male, almeno questo! -, ma non l'indicazione del doppio tempo. Praticamente, mi viene da tradurlo con "TEMPO DI COTTURA: PASTA COTTA NORMALMENTE 8 MINUTI, PASTA STRACOTTA MODELLO MARMELLATA 10 MINUTI": non vedo in che altro modo potrebbe trasporsi in italiano! Non credo che in Italian Style questa cosa avrebbe tanto seguito, ma qui è normale cosi, anzi, mi ricordo la filippica della signora che ci teneva un corso de "manipulador de alimentos", contro gli "strani gusti degli italiani per avere la cottura al dente della pasta, quando la cottura suave ne assicura la maggiore digeribilità, minore tossicità etc": secondo quella, in Italia avrebbero dovuto esserci i morti a strato nelle strade per colpa del tempo di cottura della pasta!

caffè

Se andate a prendere un caffè ad un bar spagnolo normale, che non sia gestito da italiani e/o anche fatto proprio da italiani a cui lo avete chiesto in italiano per cui, più o meno, sanno già cosa darvi e, al massimo, possono chiedervi se lo preferite "ristretto, normale o lungo"... state attenti a cosa chiedete: se per voi è uguale o siete amanti del "caffè modello secchio" e non vi fate problemi, perfetto! ...ma non vi venga l'idea, per esempio, di chiedere "UN CORTADO" pensando che sia "UN CAFFÈ CORTO": NON LO È! Si tratta di un caffè abbastanza lungo, in tazza grandina o bicchiere con aggiunta di latte... praticamente, quasi un caffè e latte "mini"; se poi vedete gli ingredienti ed al prossimo giro vi siete infurbiti... non andate a chiedere "UN CAFFÈ MACCHIATO", che è un'altra cosa, in un bicchiere o tazza più grande, in cui il gusto di caffè inizia ad essere veramente molto diluito. Ed il cappuccino? Dipende dai vostri gusti, ma se non ci volete la cannella (io, per esempio, mai avrei pensato ci fosse come elemento standard), diteglielo subito e se vi guardano straniti... ribaditelo!

Le immagini sotto, possono spiegare qualcosa, ma se volete un "espresso corto", combattete per i vostri principi: quello "non me lo ponga", p.es., è sicuramente una presa di culo spagnola a certe richieste di italiani.

 
 


pizza

Gioia e dolori di molti italiani, pizza napoletana, pinsa, pizza al taglio, pizza familiare, pizza in vari stili... ma sempre impasto farina e acqua lievitato in qualche modo, pomodoro, mozzarella (a seconda delle preferenze, anche di bufala) ed altre cose. Si possono avere tante varianti, ma gli ingredienti base sono limitati: a me, per esempio, 7 volte su 10 che mangio una pizza, mi piace prendere la margherita, 1 volta su 10 quella bianca (focaccia semplice o, magari, con mozzarella) e 2 volte posso provare qualcosa di più "avventuroso", come prosciutto e funghi, capricciosa, acciughe (o tonno) e capperi, salsiccia e cipolla... in Spagna, invece, si apre il mondo! Si parte con la mozzarella, che non tutti usano, a favore del "queso mozzarella", che non so bene cosa sia, ma ha un aspetto estetico molto bello quando sente il caldo del forno, ma che è una cosa differente dalla mozzarella.

Poi, qui, è normale metterci sopra qualsiasi cosa... di tutto e di più: non sempre vengono fuori accostamenti incommestibili, però ce ne sono alcune "normali" e che sono veramente "da primato"😅😅😅

Pizza "Hawaii", con prosciutto cotto e ananas, alla quale i più arditi aggiungono il piccante



    

Pizza con "carne mechada" (sfilacciata)     Pizza "barbacoa" (carne macinata e salsa barbecue


frittata

Qui esiste "la tortilla", fatta con patate, uova, quasi sempre cipolla e... a seconda dei gusti, alcuni altri ingredienti selezionali: per me è buona, la faccio e la mangio volentieri, però attenzione a quello con cui parlate, già che, a seconda della zona spagnola di provenienza, ci sono varie scuole di pensiero e possono nascerne discussioni anche pesanti!!! Esteticamente, rispetto a quella che conosciamo come "frittata di patate, la differenza principale sta nello spessore.

Tortilla versione classica

  Tortilla versione un pò meno classica



frittura

Quella che è una normale "frittura di pesce" per un italiano, la vedo solo offerta in ristoranti italiani, in tutti gli altri posti si frigge... ma non sembra che il misto "calamari, gamberi e pesci" sia conosciuto. Qui ci sono "calamares a la Andaluza", "tortilla de camarones", "boquerones fritos" e tante altre cose, ma il "fritto misto" sembra non rientrare nei normali gusti della gente.

"normale" Italian style



colazione

Un classico: bicchierone di caffè e latte con pane tostato con passata di pomodoro. Il "cappuccino con brioche" esiste, me da snob... come quelli che vengono in vacanza e non vogliono adeguarsi al posto!

  tostada de tomate cortado



birra alla spina

Caña, doble, Jarra o pinta... con questa mi ci sono sempre trovato bene: sui 2 - 3 €, talvolta 1,50€, si riesce a tutt'oggi a bere una birra alla spina, mentre mi ricordo che in Italia, almeno a Follonica, già nel 2015, per meno di 4 euro non ti facevano nemmeno annusare il bicchiere vuoto.



"ir de tapas"

Un classico spagnolo, un giretto per locali con amici, spiluzzicando qualcosa qua e la, con "cervezita" e cose simili; non proprio "l'aperitivo al bar", qualcosa di meno "scelto" e molto più diffuso: anche se l'orario preferito per "irse de tapas" è quello serale/notturno, in realtà tutte le ore sono buone e direi che 'e l'attività principale che riunisce tutte le età e nella quale si raggiunge la vera "igualdad de género"!

  



rapporti con la gente

Cosa pensano gli spagnoli degli italiani? Come si comportano? Mboh? ...io direi "cosa pensano gli italiani degli spagnoli, quando siamo in Italia", "come ci comportiamo"? In linea di massima, siamo a questi livelli: mai sentito, in generale, gli italiani in Italia sbrodolare di giuggiole verso gli spagnoli e state pure sicuri che la cosa è reciproca!

lavoro e stipendio

Questa, potrebbe davvero essere una "nota dolente": non è che la Spagna brilli per la sua eccezionale percentuale di occupazione e di giovani realizzati nelle loro aspirazioni. Lavoro ce n'è, nei settori specializzati, però il lavoro "comune", quello a cui si può accedere senza particolari qualifiche di studio o di conoscenze linguistiche, non sempre è facile da trovare e spesso gli stipendi sono bassini... bassi in proporzione a quello che si spende per vivere. Se siamo una coppia ed entrambi lavoriamo, in linea di massima ce la caviamo, ma se si parla di una solo stipendio per una famiglia... non è che siamo messi tanto bene. Poi ci sono zone meglio e altre peggio, come in tutte le nazioni, però, in generale, sarebbe buona cosa avere una qualche qualifica professionale dimostrabile, per poter sperare in qualcosa di buono.





la casa in affitto o da comprare

E qui siamo davvero "al top": al giorno d'oggi, salvo avere una disponibilità economica non indifferente e garanzie molto solide e ben dimostrabili (di solito, lavorative), trovare una casa in affitto nei grandi centri è una della cose più disperanti che si possano vivere... spesso molto al di là di quello che chiunque possa aspettarsi. I prezzi degli affitti sono in continuo aumento e la richiesta pure... il che rende piuttosto difficile il sistemarsi in tempi ragionevolmente brevi alla maggior parte dei nuovi arrivati.

A livello di consiglio, se una persona appena può permetterselo, è decisamente da valutare l'opzione acquisto, comunque a questo argomento dedico appositi articoli e non sto qui a dilungarmi!

un classico... ma spesso difficile da ottenere



    Ci sono tantissime altre cose di cui si potrebbe parlare, però, fondamentalmente è da considerare che se si viene in Spagna, siamo ancora sul pianeta Terra, ma moltissimi "usi e consumi" sono realmente abbastanza differenti: se siamo noi a venirci per nostra volontà, inutile "lamentarsi" delle mancanze o del fatto che sia diversa dall'Italia, adeguiamoci e ci vivremo molto meglio! Per quelle cose che proprio ci mancano, ad esempio in campo alimentare, posti dove trovarle ce ne sono moltissimi, oppure sempre possiamo farcele in casa, se siamo amanti delle "ricette della nonna"!

    Alla fine, ricordiamoci, per esempio, che con la guerra in Ucraina, tanti tipi di pasta prodotti con grano 100% italiano sono aumentati a dismisura a causa del ridotto arrivo di grano dall'Ucraina... quindi il mondo è già pieno di suo di contraddizioni, senza per questo lamentarsi troppo della diversità di costumi da un paese all'altro!

Anche per oggi un saluto e "hasta pronto", Carlo

lunedì 7 agosto 2023

Vado a vivere in Spagna, affitto un appartamento... e qui "cascò il ciuco"!

LA MALEDETTA DIFFFICOLTÀ DI TROVARE UN AFFITTO IN SPAGNA

LO "STRONCA-INQUILINI", EL "SEGURO DE IMPAGO DE ALQUILER"




    Questo articolo lo metterei come estensione di uno precedente, dell'Ottobre 2022, però, siccome è un problema sempre attuale o, per meglio dire, SEMPRE PIÙ ATTUALE, mi sembra giusto e corretto riparlarne in separata sede, anche alla luce di nuovi sviluppi legislativi e delle reazioni spontanee della popolazione: proprietari ed inquilini.

    Premesse:
  1. non esistono proprietari in assoluto "cattivi", come categoria;
  2. non esistono inquilini in assoluto "cattivi", come categoria;
  3. esistono casi particolari in tutte e due le categorie, con persone che possono dimostrarsi molto peggio di qualsiasi "peggio" uno possa pensare;
  4. spesso, gli inquilini "peggiori" toccano ai proprietari "migliori" e viceversa, gli inquilini "migliori" toccano ai proprietari "peggiori" e questo esacerba il clima di già scarsa fiducia che si ha nel settore in quanto non sarà mai la parte peggiore a migliorare, ma l'opposto;
  5. ci sono molte situazioni in cui i "peggiori di ora", lo sono diventati in base alle esperienze passate, proprio in virtù di quanto al punto precedente;
  6. ci sono casi di proprietari ed inquilini che valgono più oro di quanto pesano, per la loro correttezza e disponibilità... e ci sono altri casi in cui valgono ancora molta più "cacca" di quanto pesano, per la loro scorrettezza e indisponibilità;
  7. a volte è difficilissimo far incastrare certe cose, ma i migliori risultati con gli affitti si ottengono abbinando "simili", cioè, "buoni con buoni" e "cattivi con cattivi", perché solo in questo caso le parti hanno una controparte con la quale trattare "alla pari" e non da cui subire le peggio cose nel futuro prossimo (sto dicendo che, nei limiti del possibile, si deve cercare di tenere le mele marce lontane da quelle buone, per evitare che, alla fine, marciscano tutte);
  8. è bello fare da soli, e si risparmiano anche dei soldi, però non sempre "chi fa da se, fa per tre", spesso succede che "chi fa da se, si ritrova col triplo di problemi"!😥

    Intendiamoci: gli affitti si trovano e moltissima gente vive proprio in affitto, però spesso è più difficile del previsto trovarlo e non ce ne rendiamo conto prima di essere sul posto ed andando a sbatterci la testa. Se si può partire con la ricerca dell'affitto con una sufficiente dose di anticipazione rispetto all'agognato trasferimento e, soprattutto, se siamo disposti ad affrontarne il costo anche se lo troviamo 2 mesi prima di quando, materialmente, ne avremo bisogno... può essere d'aiuto!

    A livello di consiglio posso solo dire che se trovate quello giusto e siete determinati a venire in Spagna, a Valencia in particolare, prendetelo: non contate sulla "botta di culo" di arrivare, trovare casa in 2 o 3 giorni, trovare lavoro e pensare alle vacanze del prossimo anno... può anche essere che il prossimo anno ancora siate a cercare la casa che ancora non siete riusciti a trovare!

    Al giorno d'oggi, la maggioranza degli affitti, in particolare nelle grandi città e nei loro dintorni, che siano tramite un'agenzia o direttamente con il proprietario, si fanno SOLO con "el seguro de impago de alquiler": cos'è?

    E' una polizza assicurativa, sottoscritta con una compagnia che offra questo tipo di contratto in Spagna, in cui il proprietario dell'appartamento figura come "beneficiario" della prestazione e l'inquilino è "l'elemento di rischio" la cui insolvenza viene "assicurata", previa valutazione: in pratica, se per un qualsiasi motivo l'inquilino smette di far fronte alla sua obbligazione contrattuale di pagare il canone, interviene la compagnia assicuratrice che, per il periodo contrattualmente stabilito e le altre clausole, paga il canone al proprietario, le spese legali per lo sfratto ecc.

    Ci sono contratti di vario tipo e con varie coperture accessorie, però è e resta un tipo di polizza che, a fronte del pagamento del relativo prezzo, tutela il proprietario da eventuali insolvenze future dell'inquilino... e, normalmente, la paga il proprietario.

    È giusto richiederla? Non è giusto?
Qui non si tratta tanto di dire se sia "giusto o no", quanto di prendere atto che è così!





    Trattandosi di un'assicurazione e non essendo le compagnie assicuratrici "enti di beneficienza", il loro principale parametro per valutare un inquilino, è quello della "solvenza economica continua" che, praticamente sempre, si traduce nella richiesta di avere una busta paga netta di importo tale che l'affitto mensile non ne rappresenti oltre 1/3, un contratto di lavoro a tempo indeterminato con anzianità di servizio minima di un anno e, nei casi "dubbi", la necessità di apportare un garante, il quale, a sua volta, deve avere i requisiti richiesti come e più dell'inquilino direttamente.

    Nella valutazione della compagnia assicurativa, ci sono varie scale di difficoltà per arrivare al rispettare al 100% i requisiti richiesti, a seconda della propria situazione lavorativa e di chi sia il datore di lavoro, però, in pratica, siamo allo stesso livello di garanzie richieste da parte di una banca quando esamina la nostra richiesta di mutuo ipotecario.

    Tutti coloro che arrivano in Spagna, magari anche con un pò di soldi per fare fronte al primo periodo di adattamento, e non hanno già un lavoro come richiesto dall'assicurazione, finiscono per essere tagliati fuori: sono venuti per lavorare, ma senza lavoro ed ingressi continui dimostrabili, non possono avere la casa in affitto... ed il fatto di non trovare casa può anche impedirgli di lavorare!

    Normalmente, una cosa si da per scontata, ma non lo è: "LE AGENZIE ROMPONO LE SCATOLE CON IL SEGURO DE IMPAGO, MENTRE CON I PROPRIETARI È TUTTO PIÙ SEMPLICE"... altro non è che un mito.

    Nelle grandi città e in tutte le zone con una grande richiesta d'affitti (affitti per vivere, "larga estancia"), TUTTI, INDISTINTAMENTE, richiedono il seguro de impago: può essere che nell'annuncio di un privato non sia specificato, ma quando si arriva alla "resa dei conti", tu ti senta dire "OK, mi siete piaciuti, tutto bene, la casa è vostra: appena il seguro vi approva facciamo il contratto!"

    Sempre sia chiaro: SI PUÒ TROVARE DA AFFITTARE UN IMMOBILE SENZA DOVER FARE IL SEGURO DE IMPAGO, però non è assolutamente facile trovarlo... cioè, non è assolutamente facile trovare il privato che accetti di fare il contratto d'affitto senza "seguro de impago".

    Per le agenzie, vista com'è la LAU (Ley de Arrendamientos Urbanos) in Spagna e che molti proprietari "in primis" lo richiedono, quello di collaborare con una compagnia assicurativa per offrire il "seguro de impago" nel caso degli affitti, che piaccia o no, è un servizio che qualsiasi è obbligato ad offrire.

    Ai "vecchi tempi", spesso c'era chi ricorreva a stratagemmi più o meno truffaldini per giustificare la propria solvenza patrimoniale, ma al giorno d'oggi, nell'era digitale, con i codici di controllo e verifica che si trovano nei documenti online scaricati dai pubblici uffici, per una compagnia assicuratrice è di una facilità disarmante verificare se la documentazione apportata sia "finzione o realtà", se la persona sia realmente dipendente di una certa ditta etc. ...e questo è tanto più facile, quanto più "spagnola" sia la posizione lavorativa, di qui il grande amore delle compagnie assicuratrici per il "perfil funcionario español" e l'assoluta repulsione a contratti lavorativi con compagnie extra UE.

    In certi casi, non è nemmeno il proprio livello d'ingressi, ma il come si ricevono: quello che le compagnie assicuratrici amano, è la "nomina" come fanno in Spagna, quello che odiano, sono, p.es. i pagamenti di imprese USA, se pur avallate da relativo contratto, in cui si riceve il pagamento, ma non la specifica delle varie voci... quello che "odiano" più che mai, sono le persone che non possono dimostrare di avere ingressi ricorrenti.

    Non tutte le compagnie assicurative sono uguali, non tutte valutano le stesse cose: ci sono quelle che considerano in modo assolutamente nullo i risparmi bancari, ci sono quelle che li valorano con ottimo punteggio.

    Ci sono assicurazioni che rilasciano una certificazione preliminare di solvibilità all'inquilino del tipo "si certifica che Pinco Pallino è affidabile e solvente per un affitto fino a... xxxx,xx€", ci sono altre che non lo farebbero nemmeno morte e ci sono PROPRIETARI O AGENZIE CHE ACCETTANO UNA COSA O UN'ALTRA, come quelli che lavorano solo con la compagnia assicurativa di fiducia e non danno spazio a nessun altra.

    Praticamente, il mercato degli affitti residenziali in Spagna è abbastanza caotico e questo si traduce spesso in una bestiale difficoltà a trovare casa per gente normale. 

    In ultimo, un riepilogo normativo:

1) l'attuale LAU, con l'ultima revisione del Maggio 2023, prevede che "l'immobiliare non può farsi pagare dall'inquilino per la mediazione di un contratto d'affitto", in quanto individua nel proprietario la persona che si rivolge all'immobiliare per ottenere un servizio e pone a suo carico i relativi onorari;

2) il discorso precedente si applica agli annunci che l'inquilino trova e per i quali contatta l'immobiliare, per esempio, quando si chiama l'immobiliare per il classico annuncio di Idealista;

3) la stessa legge di prima, non impedisce all'inquilino di sottoscrivere un incarico con un'immobiliare, finalizzato alla ricerca attiva di un immobile in affitto per suo conto... in questo caso l'immobiliare, che agisce come "personal shopper", ha pieno titolo ad esigere il pagamento del proprio onorario da parte dell'inquilino, come peraltro specificato nell'incarico sottoscritto fra le parti;

4) puoi cercare casa da solo, puoi cercare direttamente dai proprietari, puoi contattare tutte le immobiliari e gli annunci che trovi in giro... puoi anche sottoscrivere l'incarico di cui la punto 3 che, obiettivamente, è il più sicuro ed efficace metodo di ricerca, che ti mette al riparo anche dalle truffe di cui spesso si sente parlare, ma resta il fatto che se sei nuovo in Spagna, la ricerca dell'affitto può essere una delle cose più frustranti della tua esistenza.

5) I contratti transitori esistono, però l'esigenza transitoria deve essere reale, dimostrabile e riportata nel contratto e l'inquilino risultare residente in un'altra parte di mondo (es.: "si affitta il presente immobile al sig. ..., residente ---in un qualsiasi posto che non sia questo, p.es., a Madrid, in calle pinco pallo 17, come da certificato di residenza allegato--- per il periodo di 6 mesi da ... a ... per esigenze lavorative, in quanto beneficiario di un incarico di ricercatore universitario presso ... dal ... al ..., al fine del quale il contratto già da ora s'intende automaticamente disdetto e senza bisogno di comunicazione ulteriore"). Allegare anche la documentazione che dimostri la "provvisorietà" dell'incarico lavorativo.

6) I contratti turistici esistono...

7) L'affitto di stanze in appartamento condiviso, esiste... 

8) al di fuori di 5., 6., 7., tutte le menate come il contratto "per soli 11 mesi" o tutti quegli escamotage che si usano e che vanno anche bene fino a quando si va d'amore e d'accordo (e, normalmente, lo si va all'inizio o quando c'è una necessità impellente, ma si cessa di esserlo dopo un periodo di presa di coscienza), ma che franano nel momento stesso in cui venga una disputa legale fra proprietario ed inquilino, sono, per l'appunto, menate: la LAU prevede che "el alquiler de uso vivienda es de 5 años, más 3 de eventual renovación", quindi, in pratica, un contratto "anual automaticamente renovable" è un contratto di 5 anni, sempre che uno non dia disdetta prima (ed in un contratto serio si specifica). Un contratto di 6 mesi per un'esigenza transitoria non reale è un contratto di 5 anni. Anche un contratto di 1 mese, fatto con una persona che prende successivamente la residenza in casa, è un contratto di 5 anni e se non se ne vuole andare e continuare a pagare l'affitto pattuito, con la legge gliene riconosce il diritto. In molti casi, anche i proprietari hanno paura degli inquilini!

9) Nei casi in cui la legge permette di non pagare i servizi immobiliari, agli inquilini vengono richiesti, per entrare in un immobile, la mensilità di affitto, 1 mensilità di "fianza", 1 o anche 2 mensilità di "garantía adicional": questo è perfettamente legale.

Comunque, non demordete ed abbiate fede:
- affitti ci sono;
- è difficile trovarli;
- spesso sono richieste garanzie apparentemente assurde;
- molti li trovano;
- allontanandosi dalle grandi città, normalmente i prezzi sono minori e si riesce a trovare con più facilità e meno garanzie (non è una certezza, però è normale);
- prima di pagare qualcosa, assicuratevi di tutto quel che potete (che il proprietario sia proprietario a pieno titolo ed altre cosette, come il poter disporre legalmente dell'immobile e non, p.es., un inquilino che subaffitta con un contratto che glielo vieta, oppure che sia "nudo proprietario", però usufruttuario risulti un'altra persona);
- se volete maggiore sicurezza di risultati e di essere esenti da truffe spicciole, date incarico (a pagamento) ad un'immobiliare per effettuare la ricerca dell'affitto;
- se trattate direttamente col proprietario, comunque attenti a cosa scrivete e firmate nel contratto (anche in Spagna ci sono le norme inderogabili e quelle derogabili per accordo fra le parti).   

    Se avete necessità di aiuto nel settore, che siate proprietari o inquilini, potete contattarmi senza problemi e se vi sembra che sia il caso di aggiungere o. modificare qualcosa, sentitevi liberi di proporlo nei commenti al Blog, che, alla fine, proprio per questo dovrebbe servire.

giovedì 3 agosto 2023

Qual'è il modo migliore per avere la propria attività?



Aprire, comprare o gestire un'attività in Spagna?

¿TRASPASO?

Qual'è la cosa migliore da fare?



    Impegnarsi nell'acquisto di un'azienda/attività funzionante (quello che in italiano si chiama "cessione d'azienda" ed in Spagna prende il nome di "traspaso"), fare un contratto di gestione d'azienda ("gestión de negocio") o aprire una nuova attività?

    Qual'è la cosa migliore da fare per chi vuole avere una propria attività, moltissime volte nel settore "hostelería" (ristorazione / bar e simili), ma che comunque è valida per qualsiasi altro tipo e per scale molto differenti di grandezza (il traspaso da 8.000 - 10.000 €, non è come quello da 200.000-300.000 e, tantomeno, come quello da 1.500.000, però considera sempre che i soldi che ci metti sono veri e, magari, sudati!).

    La prima e fondamentale questione è se sia meglio acquistare, sviluppare o modificare nel tempo, secondo le proprie idee e tenuto conto della situazione e della clientela, se preferiamo qualcosa di già esistente ed "a regime" o se partire da zero, aprendo una nuova attività in un posto nuovo, alla ricerca di nuovi clienti.

LA COSA MIGLIORE, È AVERE LE IDEE BEN CHIARE FIN DALL'INIZIO. SAPERE COSA SI VUOLE FARE E VERIFICARE SE SIA COMPATIBILE CON IL POSTO IN CUI PENSIAMO DI FARLO: "PLANEAR ANTES QUE ACTUAR".

    Alcune considerazioni:

    è una palese verità che alcuni (e non importa che siano grandi marchi o piccole persone) sono in grado di attirare i clienti "da fuori", i quali che vanno "da loro" proprio perché loro sono lì, ad offrire quello che "lì" le persone cercano e sono disposte ad andare a cercare, ovunque sia questo "lì", e non necessitano assolutamente la "clientela locale" che, magari, li snobba brutalmente, ma loro vanno avanti imperterriti per la loro strada e fanno affari strepitosi, però è anche vero che, nella stragrande maggioranza dei casi, la "clientela locale" è quella che per prima va tenuta presente!

    In pratica, quindi, uno "studio di mercato" previo a qualsiasi lancio di se stessi e delle proprie idee, va fatto. Che, poi, si tratti di una cosa articolata fatta da un'impresa specializzata o di una piccola indagine artigianale, anche condotta in proprio ed in base alle esperienze vissute in altri posti, dipende dalle proprie idee e dai capitali in gioco, però è assolutamente necessario farla!

    Riprendendo il discorso su "attività esistente" o "partire da zero", i pro ed i contro dell'una e dell'altra scelta, non sono e non possono essere univoci ed i "consigli" che posso dare sono da intendersi come spunti di valutazione: non sono "linee guida" da applicare pedissequamente per arrivare al successo!

    Certo, ci sono persone che non si pongono assolutamente il problema; in questo caso, come si dice, "beata ignoranza".😇

    Teniamo anche in conto che il mondo e la storia sono pieni di personaggi che hanno realizzato la loro fortuna facendo cose "impossibili", che non sapevano essere tali e/o a cui nessuno gli aveva detto esserlo, o che, semplicemente, non hanno ascoltato quando gli dicevano che era inutile provarci.

Chiariamo la parte spagnola della questione:

    avere "un negocio" in Spagna, vuol dire avere un'attività commerciale di qualche tipo e, come in tutte le altre parti del mondo, un'attività commerciale si regge (vive) se ha clienti.

    Una volta che questi ci sono, si regge più o meno bene anche in base a quanto spendono singolarmente: ci sono attività che basano i loro guadagni esclusivamente sul grande numero di clienti, altre che li basano sull'alta capacità di spesa di pochi "eletti".

    Quello che un'attività non può fare, è reggersi nel tempo e prosperare senza avere guadagni... sto parlando di attività lecite e normali, sia chiaro!

    Secondo me, molti italiani che aspirano, magari, ad una piccola attività familiare, sbagliano a pensare che la Spagna, rispetto all'Italia, sia su un altro "barbaro" pianeta bisognoso di colonizzazione: per certi aspetti, lo sembra, ma per certi altri, il vecchio detto "tutto il mondo è paese", è un'assoluta verità.

    Fondamentalmente, siamo noi che, per primi, dobbiamo adattarci al posto, non avere la pretesa che sia il posto ad adattarsi a noi (o, almeno... non da subito!😇): se poi riusciamo a trovare un equilibrio fra le due cose, perfetto (o, come si dice da queste parti, "es la leche"😉)!!!

    Tornando alla Spagna, ci sono le Comunidades Autónomas, gli Ayuntamientos ed il Gobierno Central, ciascuno dei quali ha da dire la sua in materia di licenze per attività commerciali ed a seconda del tipo delle stesse o di prodotti che si vendono ed elaborano.

    Stabilita una normativa "nazionale" e ripresa da un'altra "autonómica" in un determinato contesto, quello alla fine più importante di tutti è l'Ayuntamiento (il Comune), cioè quell'Ente Pubblico che riprende la normativa statale generale, la revisiona sulla base delle indicazioni del governo autonómico e ci applica le sue particolarità locali, facendo si che non sempre quello che si può fare ed è normale in un posto lo si possa fare nello stesso modo anche in un altro, seppure a pochi chilometri di distanza. Se, poi, questi "pochi chilometri" sono proprio al confine fra una Comunidad ed un'altra, allora si che possono verificarsi ancora più stranezze.

    Con questi discorsi, non voglio disilludere nessuno, solo avvisarlo di non fare caso solo a quel che si vede, dando per scontato che sia fatto bene così perché tutti lo fanno, ma di indagare in tutti i modi ragionevoli e farsi assistere, nei limiti del possibile, da persone competenti: in Elephant Real Estate Room Valencia, ci sono, però è importantissimo essere chiari fin da subito su quali siano i parametri della ricerca. Qui siamo nella patria del "mañana" e del "no pasa nada", due accezioni che spesso non si sa cosa significano fino a quando non ci si sbatte la testa.

    Esempio: in alcuni posti, un bar cafetería / comida rapida può funzionare a pieno ritmo e preparare tutto quel che gli pare, essendo dotato di aspiratore con filtro a carboni attivi; in altri posti, anche se si vuole preparare un toast o un uovo al tegamino, è obbligatorio avere la canna fumaria per l'evacuazione dei fumi ad un livello più alto di quello del tetto. In pratica, se la canna fumaria già esiste, tutto bene anche se per quel che si fa non ci occorre, ma se non c'è e solo successivamente ci accorgiamo di averne bisogno, si apre la strada alla complicazione, perché non si tratterà solo di "costo vivo" dell'installazione, ma anche delle necessarie autorizzazioni amministrative, di quella del condominio, del progetto etc. Se siamo nel dubbio, meglio non imbarcarsi in imprese dall'esito incerto! 

Quindi: vogliamo comprare un'attività esistente e funzionante, pensando di adattarla alle nostre esigenze? Controlliamo soprattutto le licenze ed autorizzazioni, per vedere se la si possa utilizzare come  pensiamo o se ci ritroveremo in futuro ad avere limiti non valicabili.

Vogliamo aprire un'attività da zero in un posto dove, magari, prima non c'era o c'era qualcosa di completamente diverso? Informiamoci in Comune, condominio ecc. se ci ci possa fare quello che pensiamo, rompiamo le scatole allo spasimo prima di metterci i soldi, dopo potrebbe diventare impossibile sviluppare le nostre idee e non avremmo più i soldi per andare a farlo da un'altra parte!

Ci piace un'attività in funzionamento, con tutte le licenze ed autorizzazioni a posto, per continuare a fare quello che sta facendo ed a noi interessa così, con la clientela già consolidata? Valutiamo il giro di vendite, il fatturato, per vedere i margini sui quali possiamo contare, le possibilità di mantenere quella clientela ed eventualmente ampliarla e mettiamoci al lavoro.

Se compriamo un'attività solo per il posto, pensando di stravolgere tutto e farci cose completamente differenti da prima, per come la vedo io, del fatturato possiamo benissimo fregarcene (anzi, magari, se è basso, possiamo cercare di "trarne profitto" per ribassare il prezzo... però sempre con la coscienza che per chi ce lo vende, vale qualcosa per un motivo, per noi vale per un altro motivo): il prezzo che possiamo essere disposti a pagare, dipende da quanto quella posizione vale per noi.

Se compriamo un'attività per quello che fa, produce ed offre attualmente e la nostra idea è seguire con la stessa linea di servizio e prodotto, il fatturato deve per forza essere al primo posto: il prezzo che possiamo pagare è in base al fatturato ed alle attrezzature. In questo caso è essenziale vedere i conti reali e se quando ci dicono "facciamo tot fatturato e tit non fatturato", stiamoci attenti: il fatturato si vede, il resto no e quanto più le due cose si discostano, quanto più dobbiamo stare attenti.

    Altra cosa a cui prestare attenzione è che la "clientela fidelizzata" può esserlo a una cosa, a un'altra o a una combinazione di vari fattori, ma quando arriva un nuovo gestore, in particolare se si vuole mantenere la stessa linea d'affari, si deve mettere in conto un "subentro graduale", sempre che sia possibile.

    I clienti possono essere "fedeli" al prodotto, al prezzo del prodotto, alla persona che lo vende e gestisce il locale, alla posizione del locale, a tante cose singolarmente o anche ad una combinazione di questi fattori, ma quando si passa ad un cambio di gestione, spesso alcuni clienti si perdono (sicuramente) e può essere che altri si guadagnino (forse) o no: se compriamo una cosa per quel che è e per cosa fa, con l'idea di continuare a farla, uno dei principali parametri di valutazione dovrebbe essere quello di "come mantenere i clienti esistenti e, magari, incrementarli", minimizzando nel modo più assoluto la perdita di clientela esistente, in quanto per ogni cliente che se ne va, abbiamo una perdita diretta di una parte di quel che abbiamo investito.

    Potrebbe essere conveniente valutare se sia meglio imbarcarsi in un tipo di attività in cui la clientela sia fedele al marchio (franchigia e cose simili) o al gestore del negozio, anche nell'ottica di un futuro traspaso, se non siamo già convinti di voler trascorrere lì il resto del nostro tempo sul pianeta.

    Facciamo un esempio: se compriamo il classico localino gestito dalla coppia di ormai anziani coniugi che sempre ha vissuto in zona e che tutti conoscono ed apprezzano, è difficile che non ci sfuggano clienti a causa del cambio, già che noi siamo noi e non siamo "loro". Se, invece, quello stesso localino vende prodotti particolarmente apprezzati nella zona e la gente ci viene per questi, più che per i gestori, se cambia la gestione ed i prodotti si mantengono (o migliorano) in qualità e prezzo, probabilmente si manterranno i clienti e ci sarà anche l'avvicinamento di chi, finora, non ci veniva... e, magari, avremo noi, nel tempo, la possibilità di diventare "la coppia di persone che vive in zona, che tutti apprezzano e che per di più offre i prodotti che la gente vuole e continua a volere e cercare".

    Per quanto "bravi e simpatici" siano i precedenti proprietari dell'attività, ricordarsi anche che se un negozio vive "per simpatia" delle persone locali, bisogna essere dei personaggi molto fuori dal comune per riuscire ad accattivarsele e mantenerle intatte nel tempo: la volta che ti gira male e mandi a quel paese qualcuno, ti farà sicuramente perdere qualcosa che non avresti voluto perdere!

    Concludendo, torno a ripetere: prima di imbarcarsi un un affare, pensare bene a cosa si voglia fare, non lancianrsi su qualcosa solo per il prezzo appetibile o la zona super frequentata quell'unica volta che l'abbiamo vista, non basiamoci nemmeno esclusivamente sul consiglio degli amici, né sulle roboanti dichiarazioni degli attuali gestori.

    Chiedere "perché vendete" e "da quanto ci siente", "quanto fatturate", "durante l'anno, c'è un lavoro regolare o va a periodi", "per fare fronte ai periodi di maggior lavoro, quante persone occorrono", "nei periodi di meno lavoro, in quanti si può fare" ecc.: fare le classiche domande da rompipalle (di sicuro la penderemo così a parti invertite, se fossimo noi a voler vendere) non è niente di male e se le risposte non ci convincono... nessuno ci obbliga a comprare proprio quello, SE NON NOI STESSI, quando ci facciamo prendere dall'irrefrenabile impulso all'acquisto!

    Se ci imbarchiamo nell'acquisto di un "negocio" in franchigia, possiamo avere la "certezza del prodotto", però può essere che ci vengano imposti dei limiti o degli obiettivi non consoni alle nostre caratteristiche.

    Ah, un'altra cosa: ricordarsi anche che con il traspaso c'è sempre incluso il locale e l'affitto del posto dove l'attività si svolge, la durata residua del contratto, eventuali compensazioni al proprietario, cosa questo pensa riguardo al futuro affitto (che NON pensi di abbassarlo, creo sia l'unica cosa di cui si possa essere sicuri, tutto il resto è aperto a discussione!), a seconda di che attività sia e di come si faccia il contratto, gli eventuali dipendenti della stessa, macchinari debiti o crediti, cambi amministrativi... ci sono davvero tante cose, spesso di più di quante si possa pensare.

    Pensiamo anche se farci assistere da un agente / consulente sia una buona cosa: pagargli 3000€+IVA per un'attività che costa 10000€, sono un'enormità? Non fermiamoci all'aspetto puramente matematico della cosa, dipende dai punti di vista!

    Pensa a che casino ci viene fuori se, per voler risparmiare sull'onorario professionale di chi poteva veramente aiutarti, ti imbarchi in un acquisto sbagliato, che ti porta via il sonno, il tempo, i soldi e la pace in famiglia. 

    Con la speranza che questo articolo possa già così essere di aiuto a qualcuno, un saluto e... sono qui, a disposizione per chiunque voglia fare commenti o abbia necessità di approfondimenti.

Carlo


martedì 23 maggio 2023

I pericoli dei Social

Il terrore in rete

i pericoli delle reti sociali, sono reali o presunti?


Non voglio dilungarmi sulla questione, né sono esperto in materia, però... una breve riflessione direi sia proprio il caso di farla!


Vi siete mai domandati, seriamente, quanti dei vostri dati circolino "liberamente" in rete, pur essendo non solo "sensibili", ma addirittura pericolosi, per voi stessi, per il solo fatto di essere lì, in un mare infinito di informazioni, che eventuali malintenzionati possono riunire ed usare anche contro di voi?


Non pensiamo di non essere nessuno e di non meritarci simili attenzioni: c'è gente che si dedica a questo per vivere e può essere che in alcun momento, sul suo percorso, decida che debba proprio "toccare a noi", magari non come "fine", ma come "mezzo", però c'è sempre il rischio di finirci nel mezzo! 😣




E non si tratta di essere adescati in strani giri, ma, semplicemente, di un uso non previsto e non desiderato che alcuni (s)pregevoli soggetti possono fare di quelli che, spesso, sono momenti di gioia e spensieratezza.

Metto il link ad un articolo del blog (in spagnolo) di Nilton Navarro, sulle "10 cose di noi, da eliminare dalla rete": dopo averlo letto, mi viene da pensare che sarebbe più sicuro eliminare direttamente la rete, così da non aver più rischio di rimanere impigliati nelle sue insidiosissime maglie:

https://niltonnavarro.com/cosas-que-debes-borrar-en-redes-sociales/

Ci sono cose che, personalmente, non ho mai fatto, come quella di pubblicare in Instagram le foto fronte/retro della mia carta di credito, però ce ne sono altre che ho sempre fatto, senza mai darmi conto delle potenziali implicazioni delle mie azioni: diciamo che mi ero sempre ritenuto "furbo", fino a quando mi sono reso conto di quanto non fosse vero.

Quando ti prende l'impulso irrefrenabile alla pubblicazione on-line, spesso si agisce senza riflettere, quindi sarebbe bene "pianificare" tutto, anche la spontaneità delle reazioni personali, che se filmate da tre o quattro metri possono essere sicure, ma in un selfie da 1 m possono esserlo molto meno! (Vedi il 👍)

Quindi, "ojo", quando si vuole pubblicare qualcosa, va benissimo farlo, è meraviglioso condividere momenti belli ed a volte abbiamo bisogno di farlo con quelli meno belli, ma in rete non ci sono solo gli amici, teniamolo sempre in considerazione!

Un saluto da Carlo,

con un argomento un pò diverso dal solito, ma senz'altro attuale! 

 

lunedì 10 aprile 2023

La CIE, la Carta d’Identità Elettronica


Fare la Carta d’Identità Elettronica essendo iscritti all’AIRE

Il fatto: la scadenza della carta d’identità!




Il link, attuale e funzionante al 27/10/2022, giorno in cui ho iniziato a starci dietro, della pagina del Consolato Italiano Generale di Barcellona dedicato alla CIE (Carta d'Identità Elettronica) è quello qui sotto, che lascio indicato per esteso (...carte-di-identità-cartacee): alla fine un link è un link e se il collegamento è corretto (cioè, ti porta alla pagina giusta), nessuna obiezione, però già il fatto che la pagina dedicata alle carte CARTE DI IDENTITÀ ELETTRONICHE abbia indirizzo CARTE DI IDENTITÀ CARTACEE, potrebbe quantomeno contribuire ad instillare in ogni fiducioso utente un "legittimo dubbio" che possa esserci un problema con qualche procedura e che non tutto sia così lineare come si legge.😖

https://consbarcellona.esteri.it/consolato_barcellona/it/i_servizi/carte-di-identita-cartacee


Oggi, che ho ripreso questo articolo, è appena il 10 Aprile 2023... solo sei mesi dopo: vedo che l'indirizzo è il solito: amen, con patatine!😇


Ritorniamo alla storia personale.

Nell’ormai lontano 2016 vivevamo a Tenerife, ci eravamo già iscritti all’AIRE ed avevamo il Consolato Italiano Onorario a Santa Cruz, che dipendeva dal Consolato Generale di Madrid. Oggi, anche lì, e, forse, soprattutto lì, si sono aggiornati e c'è il "vice consolato" ad Arona, quindi per chi vive nel sud di Tenerife può essere che certe procedure siano migliori di prima... però noi non viviamo più là, quindi niente: ci interfacciamo con Barcellona!😕

Nel corso della nostra permanenza a Tenerife, ci trovammo nella necessità, in periodi distinti, fino al Giugno 2019, di rinnovare la Carta d’Identità per i nostri 3 figli (ne parlo più ampiamente in un altro articolo) ed all’epoca non era previsto il poter fare la CIE (quella elettronica, perlomeno da Tenerife), ma solo quella cartacea e, bene o male, siamo riusciti ad averla per tutti e 3, vivendo l’esperienza nel 2017, 2018 e 2019… ora, però, viviamo a Valencia, dipendiamo dal Consolato Generale di Barcellona ed i tempi sono cambiati, oramai siamo tutti più moderni ed al Consolato rilasciano solo la CIE (e attraverso il Consolato Onorario, che a Valencia c’è, non la si può fare).

Anche qui, vista la modernità in cui viviamo, una domanda dovrebbe salire spontanea: per fare il passaporto ti prendono le impronte digitali; per fare la CIE ti prendono le impronte digitali... perché il passaporto si può richiedere tramite il Consolato Onorario di Valencia dove ti prendono le impronte digitali e la CIE no? Sarà diverso il lettore d'impronte?

Sono polemico forte?

NO... forse..., però a volte ci sono queste cose che non mi lasciano dormire la notte!

Eccoci quindi qua, per vivere l’esperienza 2023 “full immersion”, che ci porterà, spero, all’ottenimento dell’agognato documento.

Presupposti per il rilascio della CIE:

1) vivere ed essere iscritti all’AIRE nella circoscrizione consolare in cui se ne richiede il rilascio: LO SIAMO!!!

2) essere in possesso del Codice Fiscale o richiederlo ex novo tramite il Consolato o richiederne la certificazione al Consolato, se ci è stato rilasciato in passato (in Italia, p.es.) ma non lo avessimo con noi! Questa parte, al link … con le relative istruzioni, visto che abbiamo la tessera sanitaria scaduta per entrambe le figlie e valida io, mi risulta un pò meno chiara, pertanto ho scritto una mail chiedendo informazioni specifiche. Cioè: visto che il CF è indicato sulla TS, anche se scaduta, è valido o no?

Mi hanno risposto: in pratica, ne so quanto prima quando non lo sapevo!

Mi sembra di capire che, volenti o nolenti, bisogna ottenere la certificazione del Codice Fiscale dal Consolato, perché poi, il Consolato, possa leggere il codice a barre con il lettore ottico, già che mi viene il dubbio che quello riportato sulla Tessera Sanitaria scaduta... credo verrà male interpretato nella lettura. È solo un'impressione: il giorno che ne avrò esperienza diretta, aggiornerò questa parte.

Si precisa anche che "il residente all'estero non ha diritto alla tessera sanitaria nazionale valida"... quindi ho il dubbio che se uso la mia, che chissà per quale motivo l'Agenzia delle Entrate mi ha inviato, quantomeno me la sequestreranno ed accuseranno di chissà quale scorrettezza.😳

Bene, ora sono passati mesi (siamo ad Aprile 2023) e leggo nelle istruzioni che il Codice Fiscale per la CIE sarà automaticamente generato allo sportello il giorno dell'appuntamento... già questo ha del miracoloso.

3) connettersi a caccia di appuntamento, che, dice al link ... , vengono resi disponibili la sera alle 20. Da quando ho iniziato a scrivere questo articolo, poi lasciato "in sospeso", è un pò cambiata la procedura ed il link per gli appuntamenti, ma il fatto di non riuscire a trovarne di disponibili si è saldamente mantenuto;

La finestrella emergente del non avere appuntamenti disponibili, continua imperterrita ad emergere: schiantasse!😡



4) verificando sui vari Social e Gruppi, quello con cui si affronta la "caccia all'appuntamento", altro non è che un totale sconforto generale: mi hanno così tanto afflitto con il "non si riesce mai ad ottenerlo", che per il primo mese nemmeno mi ero sono provato, poi mi sono deciso a farlo, sono passati altri mesi, continuo con le prove... ma ma ancora niente!

5) Quello che mi convince meno delle procedure descritte, è che "la carta si può richiedere ad iniziare da 6 mesi prima della scadenza": però, obiettivamente, mi sembra di "capire fra le righe" che si possa richiedere anche con maggiore anticipo, in particolare se, come noi, abbiamo la cartacea: spero sia contemplata la possibilità "nucleo familiare" e che non mi tocchi prendere 5 appuntamenti diversi per 5 differenti viaggi a Barcellona.

Ma sarò? Di cosa mi preoccupo per 5 viaggi, qua il problema è riuscire a prendere un appuntamento!😣

...quando l'avrò veramente fatto, potrò descrivere trionfalmente come ci sono riuscito, per ora... siamo arenato allo scoglio preliminare.

6) Chiarito il fatto che praticamente l'unica cosa che ho chiara sono i dubbi di non avere niente chiaro, non resta che ripassare all'azione e insistere con più determinazione per l'appuntamento per la CIE.

Non è un grande articolo di blog per aiutare la gente, vero?

Niente di strano: esprime solo le poche informazioni chiare in mio possesso... la stessa chiarezza con cui si vede la strada in una giornata di nebbia in Val Padana!👀

Fiducioso di riuscire un giorno non troppo lontano nell'impresa, prometto aggiornamento dettagliato appena saprò come ho fatto a fare... quello che ancora non ho iniziato!😇


Qui sopra l'amichevolissima schermata di prenot@mi , il sito in cui riservare l'appuntamento.


venerdì 21 ottobre 2022

Trovare la casa in affitto

1. Come si fa trovare un affitto?

2. La caparra va pagata?

(Una richiesta legittima che può comportare grandi rischi!)


3. È meglio tramite un'immobiliare o direttamente da un privato?


a.


b.c. 

Tre domande in differenti colori, ma per un unico, grande problema: trovare casa in Spagna, a Valencia come in altre parti, NON È facile!!!

    Un attimo... ho detto NON è facile, ma alla fine non ho nemmeno detto che sia impossibile o anche molto difficile, dipende tantissimo dalla situazione personale, dall'adattabilità, da cosa e dove si cerca, dal tempo che abbiamo a disposizione, dall'importo che possiamo spendere e da tante altre cose...

...ma, prima di tutto, dipende da che "garanzie" possiamo offrire!

    Partiamo dal presupposto che, quando arriviamo in Spagna, siamo dei perfetti sconosciuti per la Spagna stessa e per gli spagnoli, non abbiamo qui un lavoro né come dipendente, né come autonomo, non abbiamo la busta paga o i versamenti previdenziali spagnoli, non abbiamo... NON ABBIAMO TUTTO QUELLO CHE NORMALMENTE CI VIENE RICHIESTO e ci possono vedere in vari modi, fra cui ne spiccano due:

1) siamo degli avventurieri poco affidabili, caduti dal cielo e "senza 1 per fare 2", per cui ci evitano come la peste (come inquilini siamo "persone non grate);

2) i soldi ci traboccano dalle tasche, ma alla disperazione per avere una casa e qualsiasi cosa ci chiedano siamo disposti a pagare, anche per il peggiore tugurio della storia.

Sulle basi 1) o 2), va da se che avviare una qualsiasi trattativa non è facile!

    Torniamo a "quello che ci viene richiesto": richiesto per cosa?

    In moltissimi casi, vengono richieste garanzie sufficienti a poter sottoscrivere una "polizza de seguro de impago del alquiler" (assicurazione a copertura di mancati pagamenti dell'affitto), in cui noi, proponenti inquilini, rappresentiamo il fattore di rischio, quelli che devono essere valutati dalla compagnia assicurativa perché il proprietario possa fare la polizza (nel senso che la fa lui, però il rischio siamo noi e dobbiamo essere noi quelli valutati "affidabili", da cui le richieste di busta paga, contratto a tempo indeterminato con anzianità di servizio, stipendio/entrate familiari complessive tali per cui il canone rappresenti non oltre un 30-35% e cose di questo tipo).

    A volte, proponendosi di pagare 6 mesi o 1 anno anticipato, possiamo "essere accettati come inquilini", anche senza tutte le garanzie (e senza valutazione per la polizza), ma non tutti sono favorevoli ad affittare a queste condizioni: da parte del proprietario, perché può comunque non sentirsi garantito per il futuro e da parte dell'inquilino perché ...non è detto che abbia disponibile tutti i soldi di un anno di affitto subito né che, pur avendoli, abbia voglia di pagarli!

    Insomma, deve essere chiaro che quello con cui moltissime persone animate dai migliori intenti si trovano a che fare è...

    ...un muro di sconforto bestiale nel momento in cui, in particolare se con famiglia a carico, si avventurano alla ricerca della casa in cui vivere, che normalmente è in affitto (è normale voler prima conoscere l'ambiente e, quindi, vivere comunque un periodo in affitto anche se si vuole e può comprare!).

    Le mie esperienze personali in materia di "cercare casa, che dolore", le ho pubblicate in un altro articolo di questo Blog, disponibile al link siamo-in-spagna-casa-dolce-casa.html  , ora vediamo di rispondere alle domande iniziali.

1. Come si fa trovare un affitto?

    Lo si cerca con i vari metodi possibili, tramite annunci sui portali immobiliari come Idealista, Habitaclia, Yaencontré, Milanuncios etc., sui gruppi e pagine Facebook della zona e/o specificamente dedicati agli annunci (che si trovano per parole chiave come "Valencia" "casa" "alquiler" etc.), su Instagram, TicToc (perché no?), cercando nelle immobiliari in zona (via sito web o direttamente visitandole e... si può anche chiamare al telefono!), cercando annunci da privati etc, chiedendo agli amici che già vivono in zona... la creatività regna sovrana: per quanta necessità uno abbia, più varietà di contatti prova, più è facile trovare un affitto!

    Anzi, in se per se, "trovare un affitto è facilissimo", quasi si potrebbe dire che "non c'è niente di più facile", una marea di annunci ci avvolge e sta li, solo ad aspettare che noi li leggiamo...

...però, fedeli al vecchio detto "fra il dire ed il fare, c'è di mezzo il mare", spesso accade che fra la moltitudine di annuncianti che contattiamo, per un motivo o per un altro, nessuno o pochi ci rispondano e che, anche quando finalmente ci considerano, ci ritroviamo davanti al fatidico muro dell'impossibilità a continuare!

    Praticamente, oggi, il mercato degli affitti in Spagna, ed in particolare nelle grandi città, è un'affannosa  corsa dominata dalla parte "proprietaria" dell'immobile, in grado di dettare le condizioni e poter scegliere fra un'ampia platea di inquilini...

    ...e noi altro non siamo che uno fra tanti e, a pensarci bene, nemmeno rappresentiamo l'opzione migliore, per cui il"tasso di successo effettivo" si attesta veramente a livelli infimi, tanto da potersi considerare più "una botta di culo" che il risultato di una minuziosa ricerca ben impostata e strutturata!

    Consiglio: se si cerca un affitto "da metà aprile", perché prima non ci è possibile trasferirci, e si trova quello che fa per noi, ma disponibile "dal 1 Marzo"... inghiottiamo il rospo e prendiamola dal 1 Marzo, pagando quindi il relativo affitto con tale decorrenza, buttando quindi via un mese e mezzo di canone, ma almeno abbiamo la coscienza che quando, dal 15/4 arriveremo, la casa la avremo: non abbiamo, in questi casi, la pretesa anche solo di chiedere di fare un contratto "con decorrenza dal 15/4" o di avere un grosso sconto perché la prendiamo senza usarla per del tempo!

    Con la situazione attuale, quel proprietario già sa che nel mese e mezzo che voi gli chiedete di aspettarvi, avrà almeno altre 1600 richieste fra cui valutare e che probabilmente, se non la prendete voi oggi, fra 2 giorni sarà comunque affittata e da subito, senza nulla dover aspettare o trattare.

    Diverso è se la casa viene immessa ora sul mercato, con disponibilità fra 2 mesi o 1 mese o quel che è. In questo caso, se volete prenderla, non dovete iniziare a pagare il canone fin da subito, ma fare un contratto con decorrenza dal giorno della disponibilità effettiva e qualsiasi eventuale richiesta di pagare tutto e subito, va presa per cosa è: un'emerita idiozia!

2. La caparra va pagata? (Una richiesta legittima che può comportare grandi rischi!)

SI!

    Non per voler essere brusco, ma partiamo dal presupposto che sia che con il privato proprietario o che tramite un agente immobiliare si faccia un contratto per una casa "disponibile dal 1 Dicembre" ora che siamo in Ottobre, la richiesta di pagare una caparra ora (mezza mensilità o 1 mensilità o un tot% del canone o almeno 200 o 300 €) è assolutamente legittima ed un atto dovuto per la validità stessa dell'obbligazione contratta... cioè, nel momento in cui mi paghi la caparra, io, agente (o io proprietario), smetto di cercare un'inquilino e considero la casa affittata a te!

    Punto e basta! Senza caparra non si creano vincoli e non si possono avere pretese, e solo un pollo (di proprietario o di agente immobiliare) potrebbe stare ad aspettare che tu arrivi in Dicembre per pagare e poi sorprendersi se non succede!

    C'è rischio quando si paga?

    Si, rischio (da quel che si vede, p.es., nei gruppi Facebook etc.) di essere truffati: non metto nel minimo dubbio se uno s'impegna con un'attenta e mirata pubblicità, al giorno d'oggi, con un immobile "disponibile da Gennaio" (e che, magari, nemmeno esiste nella realtà, ma è un collage fatto con foto pescate in rete), a partire da oggi 21/10 fino a fine anno, riesce senza problemi a farsi pagare la caparra da almeno 30 o 40 inquilini differenti per la stessa casa😖,

    in particolare se si dimostra accomodante, disposto a trattare il prezzo, con un immobile apparentemente in ottime condizioni ed in una zona interessante...

    e questo, purtroppo, succede veramente, in particolare con trattative dirette con privati o agenti immobiliari "fantomatici" che richiedono bonifici o ricariche di carte prepagate o direttamente contanti tramite un contatto in zona, e che poi non rispondono più, non esistono, non sono chi hanno detto di essere e/o ci ritroviamo anche con delle belle foto, ma nessuna casa.

    Si può ovviare il rischio?

    Ovviare del tutto, come per tutte le cose fra sconosciuti, no, ma si possono prendere provvedimenti per minimizzarlo al massimo.

    Ad esempio, anche in Italia fino al 2015 ho fatto l'Agente Immobiliare, in Follonica (GR), ed affittato case a turisti "a distanza", con mesi di anticipo sul periodo estivo in cui ne avrebbero usufruito, facendomi pagare la relativa caparra del 30% (come normalmente richiesto anche dai proprietari), a gente che non vedeva la casa e per cui, all'epoca, nemmeno c'era la stessa facilità di oggi di mostrare foto o altro, inviando poi per posta ordinaria o per fax la copia del contratto a caparra ricevuta (bonifico) e... la casa c'è sempre stata per chi l'aveva fissata e solo per lui.

    Chiunque mi chiedesse di "tenergliela per tre o quattro settimane fino a quando poteva venire a vederla e fissarla" era un "potenziale cliente", che se conosciuto direttamente, poteva anche avere un trattamento di riguardo (tipo l'avvisarlo se l'immobile in quel periodo interessava ad altri), ma non era fattibile il "fermare l'immobile definitivamente" senza relativo versamento... cioè, a dire il vero, in qualche caso, per gente che in termini moderni potremmo definire "clientela Prime"😉😇, ci siamo talvolta sbilanciati ad anticipare qualcosa al proprietario di tasca nostra, pregando anche per settimane o mesi che tutto andasse per il verso giusto, ma è qualcosa di assolutamente non praticabile con gli sconosciuti assoluti: alla fine, anche le preghiere hanno i loro limiti!🙏

    Quindi, come si può ridurre il rischio fregatura negli affitti a distanza?

  1. Nei limiti del possibile, accertarsi che la casa esista veramente, chiedendo foto della stessa o ad amici in zona di farci un sopralluogo;
  2. Accertarsi, nel caso di trattativa diretta con il proprietario, che sia chi dice di essere: come? Se in un mercato normale, in trattativa diretta sempre ci richiedono garanzie, diffidare se uno ti chiede soldi senza chiederti anche garanzie. Poi, siccome le garanzie le chiedono a te, anche tu chiedile a lui: copia documento (DNI), copia contratto (escritura de compraventa), Nota Simple actualizada (visura ipotecaria recente)... con questi documenti, nei limiti del ragionevole (sempre che non siano taroccati anche loro) si riesce a verificare se chi dice di essere proprietario lo è veramente. Se poi non vogliono fornirtele... sta a te decidere se accettare il rischio o lasciar perdere ed io... lascerei perdere!
  3. Nel caso di trattativa con un agente immobiliare o un'agenzia, non importa che questo sia dotato di ufficio centralissimo e stratosferico, può benissimo essere un autonomo che lavora da casa, però... deve esserlo veramente; il normale sarà la richiesta di 1 mensilità (+IVA) come compenso e le verifiche di cui al punto 2. precedente dovrebbe farle lui prima di commercializzare l'immobile o, perlomeno, prima di ricevere pagamenti: se è in grado di fornirle, è un'ottima partenza su cui basare la fiducia! Come controllare che un agente sia agente? Se è iscritto all'associazione API o altre similari lo è, se invece non è iscritto, niente implica che non sia un agente: può esserlo senza essere iscritto ad associazioni ed essere comunque un professionale ad elevata competenza e serietà! (Nota: nella Comunidad Valenciana è stato istituito il Registro dei Mediatori Immobiliari a cui, nel termine di un anno da oggi - entro Ott. 2023 - dovranno iscriversi tutti quelli che si occupano del settore, quindi ora molti non siamo ancora iscritti al nuovo registro, ma a breve termine sarà doveroso farlo per poter operare a termini di legge, rispettandone i requisiti). Comunque, se l'agente è in situazione di "de alta" come tale nella Seguridad Social e in Hacienda, è agente: a nessuno piace pagare tasse e tantomeno sarebbe ragionevole pagare tasse per fare il truffatore😏. Se l'agente è conosciuto sui social media, gestisce pagine professionali, ha sito web etc., sono tutti ottimi indizi perché lo sia davvero. Se per la riscossione di fatture e/o eventuali caparre fornisce l'IBAN di un conto corrente a se intestato e dedicato all'attività professionale, praticamente c'è la certezza che sia agente etc. etc.
Insomma, la caparra è doveroso pretenderla da una parte e pagarla dall'altra in certi casi, ma assumere un minimo d'informazioni su coloro con cui si tratta è agire in regime di doverosa e dovuta autotutela, che nessuno può condannare e che tutti dovrebbero fare!

3. È meglio tramite un'immobiliare o direttamente da un privato?

Rispondere spassionatamente a questa domanda non è facile, anche perché io faccio l'agente immobiliare e "mangio" col ricavato della professione, quindi se tutti si rivolgono ai privati, corro il rischio di fare la dieta anche quando non ne ho voglia... diciamo pertanto che sono un tantino in conflitto d'interessi!!!😇

Comunque, il riassunto è che,
con il privato direttamente:
  • si risparmia sull'onorario dell'immobiliare;
  • si rischia di più in termini di fregatura perché spesso non si sa con chi si tratta in realtà e può non essere facile controllarlo;
  • si possono spuntare condizioni più specifiche per le nostre esigenze, se riusciamo a connettere bene con l'altra persona;
  • probabilmente, dobbiamo essere noi a conoscere la sua lingua perché è difficile che lui conosca la nostra o che abbia collaboratori che la conoscono.
Con l'agente (escludo quelli che lo sono... senza esserlo, che ci sono qui come in Italia e che in molti casi sono quelli veramente dannosi):
  • l'onorario dell'immobiliare va pagato ed aggrava i costi. Aggiungerci l'IVA è norma di legge;
  • c'è un rischio fregatura molto minore, perché se si tratta di un professionale reale, è più facile controllare lui e che a sua volta lui controlli o abbia controllato il controllabile del proprietario;
  • l'immobile proposto non è casa sua e per ogni variante sul tema rispetto a quanto proposto, deve stare a quanto dice il proprietario;
  • è sicuramente più facile parlarci e farsi spiegare i vari aspetti nella propria lingua (o la parla direttamente, o ha collaboratori che lo fanno).

Nota sulle foto iniziali:
a. Che bel posto, voglio questa casa... ma voglio trattare col proprietario direttamente!!!
b. Me l'ha affittata... però pensavo fosse migliore e più comoda!!!
c. Forse è meglio scegliersi un agente di fiducia e farsi aiutare? Ho fiducia in questo: lo adoro!!!😏💪

La vita in Spagna

Italiani in Spagna        Continuo a sperare che qualcuno legga gli articoli del mio blog ed ancora di più che metta qualche commento o avvi...